COVID Lo scontro sull’efficacia delle zone rosse: nella Bassa vennero salvate molte vite

I numeri confermano la differenza rispetto ai Comuni della Val Seriana dove non vennero applicate le restrizioni

La Zona Rossa del Basso Lodigiano fu efficace? Una risposta facile non c’è, ma i dati qualcosa indicano: se il Covid non è stato fermato dalle restrizioni subite tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo nei 10 comuni attorno a Codogno tuttavia qualche vita è stata forse salvata. A distanza di tre anni dallo scoppio della pandemia, l’indagine sul Covid pone l’accento sulla mancata istituzione della Zona Rossa nella Bergamasca e costringe a qualche riflessione.

La Zona Rossa di Codogno fu istituita con due finalità. Da una parte puntava a contenere il virus dentro il focolaio della Bassa, ma la pandemia si è poi diffusa ovunque. A distanza di anni, addirittura, si sa che il ragionamento di allora fu marcato da un vizio i partenza, poiché il virus in Italia circolava già da prima, e tra l’altro in particolare all’ospedale di Alzano almeno già da inizio febbraio. Il secondo obiettivo era quello di ridurre l’impatto della malattia, anche se le misure applicate alla popolazione all’interno dei 10 comuni furono molto meno rigide di quelle del successivo lockdown generale. I dati sulla mortalità di quei mesi terribili di febbraio e marzo, e dell’intero 2020, ci dicono che una grande differenza tra Basso Lodigiano e Bassa Val Seriana alla fine non c’è stata, ma che forse a qualcosa la Zona Rossa servì.

Prendendo a riferimento i comuni di Alzano, Nembro e Albino nella Bassa Val Seriana, e Casale, Castiglione e Codogno nella Bassa Lodigiana, l’impatto per l’intero anno è stato del tutto simile. Nel 2020 nei tre paesi della Bergamasca, 42mila 732 abitanti, morirono 800 persone, l’1,87 per cento della popolazione, mentre nei tre comuni della Bassa Lodigiana, 36mila 187 residenti, morirono 692 persone, l’1,91 per cento dei residenti. A febbraio e marzo, però, i decessi furono 467 per l’1,09 dei residenti nella Bergamasca, contro i 291 per lo 0,80 per cento degli abitanti nel Basso Lodigiano. Rispetto alla media storica 2015-2019, a marzo 2020, il mese più duro, Nembro ha pagato con un incremento di mortalità di +1.125 per cento, Alzano di +1.040, Albino +980 per cento, mentre Castiglione ha avuto +964 per cento, Codogno +568 per cento, Casale +425 per cento. Freddi numeri che suggeriscono come forse le restrizioni della Bassa abbiano salvato delle vite umane, ma che non raccontano il dolore di ciascuno di quei decessi e la tragedia che accomuna, nelle differenze, i due territori.

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