«Così ho ritrovato la povera Gianeta»

A Livraga, Giovanna Bracchi era per tutti la piccola “Gianeta”. La si vedeva uscire di casa la mattina presto per recarsi a Messa oppure far visita alle sorelle Giuseppina e Vittorina. Gianeta amava la compagnia e d’estate si fermava quasi ogni sera da un’anziana a guardare la tv, oppure insieme alle altre donne a chiacchierare in cortile. «Era una persona semplice e generosa», la ricorda un’amica. Originaria della frazione San Lazzaro, da molti anni vedova e con un figlio ormai grande che non viveva più con lei, la 66enne trovata morta mercoledì pomeriggio in un canale dietro la logistica Chiapparoli aveva «una vita che più normale non si potrebbe». Ne sono convinti tutti in paese e proprio per questo diventa difficile accettare una fine così tragica. Scomparsa dall’abitazione in via Risorgimento il 19 settembre scorso, la donna è stata ritrovata mercoledì pomeriggio dal 72enne livraghino Angelo Pagani. L’uomo era appena arrivato sul posto con i suoi due cani per una battuta di caccia, il segugio si è allontanato per andare a bere e ha richiamato il padrone abbaiando. L’altra notte il cacciatore non ha chiuso occhio, l’immagine del cadavere ricoperto di fango dentro il canale continuava a tornargli in mente: «La cagnolina ha iniziato ad abbaiare e l’ho raggiunta - racconta il cacciatore -. Nel guardare di sotto ho visto qualcosa come un manichino contro un tronco e all’inizio non ho capito cos’era». L’uomo stava quasi per andarsene quando gli è sorto il dubbio che potesse trattarsi di un cadavere: «Sono tornato indietro a vedere, poi ho chiamato il trattorista che stava lavorando nel campo vicino e anche lui non è riuscito a capire cosa fosse. Così ha avvertito la padrona della cascina ed è stata lei a contattare i carabinieri». I vigili del fuoco di Lodi hanno recuperato il cadavere e in una tasca dei pantaloni sono state rinvenute le chiavi dell’abitazione di Giovanna: l’unico elemento certo, sino ad ora, per affermare che sia lei. «Non meritava di fare quella fine - sospirava ieri una livraghina -. Era così timorosa, aveva paura di tutto. Non posso credere che sia arrivata fino al canale da sola». Anche al mercato a San Colombano dove andava a fare la spesa, la 66enne andava con una vicina. E per il resto trascorreva le giornate in casa, lavorando a uncinetto che era la sua grande passione. «Faceva dei lavoretti bellissimi per le Missioni e la pesca di beneficenza» ricordano a Livraga. Qualcosa nella sua vita a un certo punto si è spezzato, ma anche per i famigliari è impossibile capire cosa: «L’avevo vista il giorno prima che se ne andasse - riporta il nipote Giuseppe -. Stava bene, era quella di sempre. Non sappiamo cosa le sia successo». Eppure “Gianeta” nascondeva una ferita dentro, una sofferenza nel cuore che forse l’ha spinta ad andarsene.

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