Cronaca / Basso Lodigiano
Giovedì 16 Gennaio 2014
Contratti di solidarietà alla Nilfisk
Accordo di un anno per 140 dipendenti: taglio delle ore di lavoro
in particolare
nel settore produttivo
Un anno di contratto di solidarietà alla Nilfisk di Guardamiglio, dove si producono macchinari per la pulizia: è stato firmato ieri l’accordo, poi subito sottoposto all’attenzione dell’assemblea dei lavoratori, che peraltro aveva già dato mandato alle parti sindacali di arrivare all’intesa. L’ammortizzatore sociale si applica a poco meno di 140 lavoratori sui 150 dell’azienda, esclusi i manager, ma la parte più consistente di riduzione oraria toccherà proprio i reparti di produzione, mentre gli amministrativi e il centro di ricerca vi faranno ricorso in modo decisamente inferiore. In base all’accordo, l’azienda potrà lasciare a casa i lavoratori impiegati nella produzione fino a un massimo di tre giorni la settimana, anche se la multinazionale danese si è impegnata a limitare a due i giorni di fermo-lavoro, tenendosi la possibilità del terzo giorno solo per improvvisi cali di commesse. Per gli amministrativi, i commerciali e per il centro di ricerca, le percentuali di fermo sono inferiori e non dovrebbe oltrepassare il giorno alla settimana. «La logica di questo accordo è quella di dare respiro all’azienda in una fase di passaggio, aspettandosi però una piena ripresa delle attività al termine dell’applicazione degli ammortizzatori - spiega Giovanni Ranzini della Fiom Cgil -. In questo senso amministrativi e commerciali e centro di ricerca sono i motori che dovranno far ripartire a pieno regime la macchina, e per questo si è concordato di accedere al contratto di solidarietà con percentuali inferiori». La sottoscrizione dell’accordo per il contratto di solidarietà impone alle parti di individuare il numero degli esuberi teorici, che alla Nilfisk sono più di 60. «Ma gli esuberi sono solo teorici e c’è l’impegno della società a fare di tutto per non arrivare alla mobilità al termine dell’anno - dicono Giovanni Ranzini della Fiom Cgil e Giuseppe Rossi della Fim Cisl -. A nostro avviso ci sono i margini perché l’anno di solidarietà costituisca la base su cui costruire il pieno rilancio dell’azienda, e a oggi non c’è preoccupazione perché anche dall’azienda vediamo un atteggiamento propositivo nei confronti del sito di Guardamiglio». Tre anni fa una procedura di mobilità in seguito alla delocalizzazione di una parte della produzione aveva portato a una ventina di esuberi. Da allora la multinazionale non ha portato a compimento il riassetto definitivo, e l’ultima tranche di cassa integrazione era scaduta alla fine di dicembre. «Questo contratto di solidarietà deve essere l’ultimo tassello utile per il pieno rilancio del sito produttivo - conclude Giuseppe Rossi della Fim Cisl -. In questi anni i lavoratori hanno dato tanto all’azienda con l’aumento di produttività e anche con una nuova professionalità, e proprio questo atteggiamento dei lavoratori ha fatto sì che il sito di Guardamiglio non sia mai stato messo in dubbio dalla multinazionale danese. Oggi insieme alla solidarietà è l’azienda a doverci dimostrare che è possibile un pieno rilancio portando qui nuove lavorazioni e una strategia industriale di ampio respiro. Se ci saranno queste condizioni, non ci saranno problemi per il futuro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA