Con il georadar alla ricerca di cunicoli

Il progetto, che ha ottenuto il via libera dalla curia, riguarda la parrocchiale e il tempio di largo Don Grossi

Alla ricerca di antichi cuniculi e passaggi sotterranei sconosciuti, cavità dimenticate e - chissà - magari anche tombe di cui si è persa memoria: gli impulsi elettromagnetici del georadar pronti a scandagliare il sottosuolo di due delle più antiche chiese di Codogno, la parrocchiale di piazza XX Settembre e la chiesa “dei Frati” di largo Don Nunzio Grossi. Abbina il fascino dell’archeologia religiosa e la modernità di strumentazioni high-tech l’indagine che interesserà queste due importanti chiese della città, siti religiosi che vantano storia plurisecolare e radici antichissime nel territorio. Perché una cosa è certa: la prima edificata a partire dal 1491, la seconda fondata nel 1620, la parrocchiale di piazza XX Settembre e la chiesa “dei Frati” potrebbero davvero rivelare sorprese al di sotto della loro pavimentazione. Per scoprirlo ci si affiderà niente meno che ad un georadar, sofisticato strumento high-tech, grande come un piccolo carrello della spesa, dotato di ruote.

L’indagine si preannuncia semplice e assolutamente non invasiva: basterà infatti spingere il georadar lungo il pavimento delle due chiese per recuperare i tracciati di risposta agli impulsi elettromagnetici emessi dall’apparecchiatura. Che permetterà di “vedere” cosa c’è nel sottosuolo dei due edifici, fino ad una profondità tra i 6 e i 7 metri. Senza alcun danneggiamento per le antiche pavimentazioni. Di grande interesse storico-culturale, l’iniziativa si deve al codognese 37enne Andrea Alloni, ingegnere con studio in città, passione grande per la storia del territorio studiata proprio attraverso le tracce urbane del passato custodite al di sotto del suolo.

«La tecnica del georadar è già utilizzata in archeologia religiosa per individuare nel sottosuolo la presenza di cavità quali cripte, tombe, cunicoli, passaggi, spazi vuoti non noti risalenti ad edificazioni antiche - spiega Alloni - . La ricerca sarà condotta assieme al tecnico Giancarlo Russano di Italia Progetti, proprietario del georadar, che ha già applicato recentemente la stessa tecnologia, tutta italiana, per sondare campi petroliferi Eni in Iraq. L’obiettivo - continua Alloni - è di rintracciare eventuali evidenze correlabili alla storia architettonica plurisecolare delle due chiese. In base a quel che si riscontrerà, relazioneremo al parroco monsignor Diego Furiosi quanto rintracciato, chiedendo eventuale autorizzazione a divulgare notizie archeologiche ed architettoniche agli appassionati dell’argomento con il supporto della Pro loco, già mostratasi disponibile a diventare partner dell’iniziativa».

L’indagine parte ovviamente dopo aver ottenuto l’autorizzazione della curia diocesana, informata del progetto da monsignor Furiosi.

«È stato dato il via all’iniziativa, sulla cui non invasività abbiamo avuto ampie rassicurazioni - conferma il parroco - . Sicuro interesse per gli esiti di questa indagine».

Nei prossimi giorni si definiranno gli ultimi dettagli dell’operazione, che dovrebbe svolgersi settimana prossima.

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