Codogno, proteste al cimitero

Rabbrividiscono al pensiero dei loro defunti sepolti sotto metri d’acqua, in quell’ala del cimitero di Codogno “venduta” a peso d’oro e che invece marcisce sotto il peso delle infiltrazioni. Sono almeno una sessantina i loculi lasciati nel degrado al camposanto cittadino, fanno parte di quattro lotti da sedici e dodici tombe di famiglia allocate nella parte nuova e chi le ha acquistate per dare degna sepoltura alla persona amata ora si ribella di fronte a una situazione che è tutto fuorché decorosa. «Ad accorgersi di come stanno le cose è stata mia madre - racconta indignato Maurizio Scotto -, è successo casualmente, da quando mio padre è morto va tutti i giorni a fargli visita e qualche giorno fa, nello spostare un vaso di fiori appoggiato sopra un buco in comunicazione con i loculi di sotto, ha visto che si specchiava». Là dentro doveva esserci dell’acqua, era chiaro, e per verificare se la sua intuizione fosse giusta la donna butta giù un sasso. Il rumore del ciottolo non lascia dubbi. «Mio fratello ha calato di sotto una sonda e calcolato che c’erano almeno due metri e mezzo d’acqua - continua Scotto -, l’abbiamo subito segnalato all’ufficio tecnico e in risposta ci hanno detto che essendo la tomba sigillata non potevano farci niente, che toccava a noi arrangiarci». Passa qualche giorno e il personale del comune viene inviato a ispezionare la tomba dei suoceri di Scotto ancora libera. La scena che si trovano davanti è sconcertante: «Era rasa d’acqua, il che significa che c’erano dentro tra i dieci e i dodici metri cubi». Con le pompe la tomba dei suoceri viene svuotata e per un effetto di vasi comunicanti anche in quella poco distante del padre l’acqua cala. Ma per poco. «Due giorni dopo con un marmista l’abbiamo aperta ed era semipiena. Vogliamo che la situazione venga risolta, solleciteremo il sindaco e l’assessore competente e se sarà necessario adiremo le vie legali» promette Scotti. A farlo non sarà solo, con lui anche i codognini proprietari dei loculi vicini.

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