Codogno, il Pci di Bignamini è scivolato sulle quote rosa ma fa ricorso

«Se non ci ammetteranno faremo campagna per Passerini, contro il centrosinistra»

Gianfranco Bignamini impugna davanti al Tar Lombardia l’esclusione della sua lista targata Partico comunista italiano decisa sabato scorso dalla commissione elettorale di Codogno, ma dopo l’iniziale via libera. «Mi sono rivolto a un avvocato amministrativo e faremo valere la giurisprudenza del Tar Lombardia che nel 2010 ha riammesso la lista Formigoni stabilendo che l’ufficio elettorale non poteva riesaminare le liste dopo aver già deciso, che è quello che è successo a Codogno» spiega. A sorteggio delle liste già concluso alle 13.30, quando i delegati di ciascuna lista erano ormai andati via, dalla commissione è arrivata la chiamata a tutti a tornare indietro per un ricontrollo, che ha portato all’estromissione di Bignamini. Motivo, le candidate consigliere erano solo 3 anziché 4, come richiesto dalla legge 215 del 2012 all’art.2 dov’è previsto che le donne siano 1/3 sulle “quote rosa”. Secondo Bignamini potrebbe esserci stato “ricorso” presentato dal centrosinistra che gli interessati però smentiscono categoricamente e controbattono: «Se Bignamini continuerà con queste diffamazioni, agiremo di conseguenza». Dal canto suo l’escluso fa anche mea culpa e annuncia battaglia: «E’ stato un errore politico mio, ma non avevo esperienza nella presentazione delle liste – spiega -. Peraltro non avrei avuto problemi a mettere più candidate donne, perché c’era chi voleva entrare. In ogni caso se non sarà accolto il ricorso, dirò a tutti di votare centrodestra e faremo una campagna spietata, casa per casa, per Passerini».

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