CODOGNO «Nel mio paese vivono ogni giorno come se dovesse essere l’ultimo»

La giovane ucraina frequenta il liceo Novello e ha imparato l’italiano

«La sera del 23 febbraio 2022 mi sono addormentata pensando che il giorno successivo avrei riso con le amiche, avrei fatto nuoto, avrei cenato con il mio ragazzo, come in un qualsiasi giorno. Non avrei mai potuto immaginare che la mattina seguente la mia vita non sarebbe stata più la stessa, mi sono svegliata con il suono potente di una sirena fuori dalla finestra, un suono mai sentito prima, e in cucina ho trovato i miei genitori con il telecomando in mano e un’espressione preoccupata sul volto; la prima cosa che hanno detto è stata, “È iniziato. Nessuno andrà a scuola da adesso in poi”. Ci è voluto del tempo per capire cosa intendessero. In un solo giorno la mia città è diventata un caos totale. Tutti si precipitavano a fare scorte di cibo e a ritirare soldi dalle banche. Fortunatamente avevamo dei parenti in Italia e alla fine della giornata abbiamo deciso di andare da loro per un periodo indefinito. Non mi aspettavo affatto che sarebbe stato impossibile tornare a casa».

Le parole della giovanissima ucraina Veronika Korchynska risvegliano l’umano nel mezzo di un dibattito che in questi due anni di guerra in Ucraina, invasa dalla Russia, è diventato via via sempre più un’analisi geopolitica, un fatto di costi-benefici ed ora persino una corsa agli armamenti con lo slogan “à la guerre”. Lunedì sera, a Codogno, la conviviale del Rotary Club di Codogno ha ospitato la testimonianza della 17enne Veronika, scappata dall’Ucraina (da un piccolo paese a sud-ovest e inizialmente solo con la mamma, senza il padre) e che dal marzo 2022 frequenta il liceo linguistico Novello di Codogno. La stessa scuola in cui era arrivata anche la cugina Olga, trasferitasi dall’Ucraina prima che iniziassero i bombardamenti russi.

«Quando è arrivata, Veronika non parlava una parola di italiano, ma conosceva ben 5 lingue, l’inglese è stata quella con cui abbiamo comunicato fin dal principio - ha spiegato la dirigente scolastica Valentina Gambarini, affiancata dalla professoressa Raffaella Tansini -: ha dimostrato di essere una ragazza tenace, determinata, empatica, decisa a fare bene; il suo italiano e i suoi risultati scolastici sono infatti eccellenti». Rispondendo ad alcune domande, la giovane ucraina ha dunque tracciato un quadro di cosa significa vivere nel suo Paese martoriato dal conflitto, per amici, parenti, conoscenti.

«In Ucraina si sono abituati a vivere in condizioni di guerra, loro vivono ogni giorno come se fosse l’ultimo, la scuola si fa un po’ a distanza e un po’ in presenza, ma sotto le sirene, e tantissimi professori maschi sono andati a combattere», ha detto. Per chi ha un figlio o un marito al fronte la situazione però è più difficile: «Non è la stessa cosa per loro, è un dolore tragico, indescrivibile». Là ogni giorno si fanno funerali. Il presidente del Rotary club Codogno Agostino Cordoni ha quindi sottolineato l’impegno del club codognese per l’Ucraina, in particolare nel sostegno ad un centro di Bukiv che ospita bambini dai 4 anni in su che hanno problemi di disabilità, impegno che ha ricevuto il sincero plauso del presidente dell’associazione “Rinascimento Ucraina” Vittorio Romussi.

Nella consapevolezza di una situazione grave però, a dire che forse non tutto è perduto, sono ancora una volta le parole di Veronika: «Sogno di tornare a casa e costruire la mia vita nella mia patria», ha detto. Nonostante tutto, la giovane ucraina sogna. C’è speranza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA