Codogno, Legambiente chiede i fondi Next Generation Ue anche per la linea per Mantova

Secondo l’associazione ambientalista mancano all’appello 980 milioni di euro

Mancano ancor 980 milioni di euro per finanziare il raddoppio dei binari sulla linea Codogno - Mantova. Il dato arriva dal rapporto PendolAria 2021 di Legambiente che lancia un appello: utilizzare le risorse del prestito straordinario Next Generation per restituire dignità al trasporto ferroviario: «Chiediamo a Regione Lombardia che i fondi per il comparto dei trasporti, considerato strategico per la conversione ecologica del Paese e del nostro territorio, vengano spesi per sostenere un servizio di trasporto integrato che non lasci a piedi nessuno - sottolinea la presidente di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto -. Non si perda l’occasione di sfruttare questo capitale per fare della mobilità sostenibile la leva per riqualificare e innovare città e territori». Il raddoppio della tratta, che risale a fine Ottocento e conta ancora una cinquantina di passaggi a livello, è fra le 59 opere che il governo Conte bis aveva recentemente destinato alla gestione commissariale per avere un iter più veloce. Ma il quadro economico riportato dall’associazione del Cigno indica che dei 1.320 milioni di euro necessari, solamente 340 milioni sarebbero attualmente disponibili. Rfi recentemente è apparsa disposta ad anticipare la realizzazione di cavalcavia al posto dei passaggi a livello più critici tra Maleo e Pizzighettone, ma le soluzioni anticipate nei giorni scorsi ai sindaci sono apparse decisamente impattanti sotto il profilo paesaggistico. Anche per Legambiente il raddoppio dei binari è strategico, e consentirebbe inoltre un maggiore utilizzo per flussi merci, ma le risorse europee andrebbero utilizzate anche per investimenti su altre linee. A partire dalla S1 Lodi - Milano - Saronno, che con un carico di 67.700 viaggiatori in media al giorno è la terza linea pendolari più trafficata d’Italia; peraltro nel Lodigiano e nel Sudmilano passano anche circa 70 chilometri di un’altra tratta ad alta frequentazione giornaliera, la Bologna-Milano da 35.900 viaggiatori al giorno.

Per la S1 secondo Legambiente bisognerebbe arrivare nel 2030 ad avere un treno in partenza da Milano per Lodi, e viceversa, ogni quarto d’ora, contro la mezz’ora di oggi. E un’altra criticità lombarda, nonostante i forti investimenti di questi anni da parte di Trenitalia e Regione Lombardia, è la vetustà dei convogli, con un’età media del materiale rotabile di 18,4 anni contro i 15,2 della media italiana e una percentuale lombarda del 46 per cento di treni con oltre 15 anni sulle spalle contro quella nazionale del 38,5 per cento. Legambiente contesta al sistema ferroviario lombardo di aver sostituito 139 corse dell’orario con autobus, creando disagi a 7mila persone tra cui passeggeri abituali delle linee Codogno-Cremona-Mantova. Il Covid, inoltre, ha portato molti pendolari a ritornare al mezzo privato per paura dei contagi: per la prima volta nel 2020, anche per effetto dello smart working, si è interrotta la crescita dei viaggiatori sul treno in regione, che era stata del 26 per cento dal 2011 al 2019.

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