Il gelo paralizza il motore e i ladri fanno cilecca. Avevano già caricato rame e ottone per un valore di 30mila euro sui due furgoni dell’azienda ma sono stati costretti a mollare il colpo e fuggire prima che il titolare arrivasse al lavoro. Potrebbero essere gli stessi che lo scorso 18 dicembre avevano razziato 50mila euro di materiale, i malviventi che domenica notte sono tornati in azione alla Lgc di via Nenni a Codogno.
Il maxicapannone alla Mirandolina contiene uno tra i più grossi impianti di applicazioni galvaniche della Bassa e i ladri avevano messo occhi e mani sul tesoretto contenuto all’interno. Casse di contatti elettrici dei materiali più disparati, dal rame all’ottone i più gettonati. Un chilo di rame grezzo lo si può piazzare a una fonderia a sette euro e mezzo e l’ottone va via come niente a cinque. Nessuna domanda sulla provenienza e nessuna spiegazione da dare quindi, consegni e intaschi. Un guadagno facile, che la banda all’opera tra domenica e lunedì aveva ben in mente. Così i ladri hanno tagliato la recinzione che divide l’Lgc dalla proprietà a fianco, sono saliti su un casotto sul retro e hanno levato i vetri delle finestre per calarsi dall’alto. Dalle impronte rinvenute sulla neve fresca e all’interno del capannone dovevano essere tre, quattro al massimo.
Una volta dentro sono andati dritti verso i furgoni, un Wolkswagen Lt e un Transporter, a fianco dei mezzi erano stoccati cassoni su cassoni di prodotti già lavorati e non hanno fatto altro che caricarli a bordo. Servendosi del muletto usato dagli operai della ditta, dopo aver strappato la luce in modo da non essere visti. Mezz’ora, quarantacinque minuti e non di più per stipare quanta più roba possibile a bordo e sparire. Per lo meno era quello che pensavano di fare, se il piano non fosse andato storto. A farlo naufragare è stata l’impossibilità di mettere in moto i furgoni: dopo il precedente furto, il titolare aveva infatti tolto le chiavi e la banda ha provato in tutti i modi a farli partire ma senza riuscirvi. Il Wolkswagen Lt era per altro lo stesso rubato nel blitz di dicembre e recuperato solo un mese fa a Rozzano, con la targa dipinta di nero e malconcio. Ieri mattina alle 4.30, quando il titolare ha varcato il portone d’ingresso si è trovato di fronte un vero e proprio macello: la centralina dei furgoni era completamente divelta e la batteria staccata e lasciata a terra. Nel vano posteriore tanto di quel materiale da schiacciare le ruote a terra: 30 quintali tra contatti elettrici in rame e ottone. Nei loro piani c’era a dire il vero anche dell’altro, l’argento utilizzato nel processo di galvanizzazione e già razziato a dicembre. Convinti di trovarlo avevano smontato un cestello dell’impianto ma il prezioso metallo era stato per cautela rimosso dal proprietario. I malviventi non lo sapevano, così come non immaginavano che andarsene coi furgoni sarebbe stato più arduo del previsto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA