CODOGNO Dalla “frontiera” di Lampedusa omaggio alla città che resiste al virus

Il piatto donato dalla Sicilia raffigura l’Italia cullata da un’infermiera

Sa di mare, del sale che brucia e cura le ferite e la pelle, del sale della terra di “frontiera” che è Lampedusa, sola al centro del Mediterraneo come Codogno otto mesi fa della pandemia, e percorrendo i 1400 chilometri e più dall’isola fin qui unisce e interpella, il pacco spedito dal sindaco di Lampedusa e Linosa Totò Martello al sindaco Francesco Passerini, recapitato in municipio mercoledì. Dentro Passerini vi ha trovato il piatto in ceramica dell’artista lampedusana Rosangela Sirio raffigurante l’Italia cullata da un’infermiera dell’artista veneziano Marco Rivolli, diventata il simbolo della resistenza al virus. “Per voi eroi, per gli angeli che non ci sono più. Grazie da Lampedusa” si legge in un angolo, in un corsivo gentile. Il messaggio della pittrice, unita a una sua lettera e a quella di Martello, il sindaco “disobbediente”, com’è stato battezzato per la battaglia contro i decreti Salvini, lui in prima linea nel salvare le vite in mare, che si mette nei panni di Passerini, sindaco della Lega: “caro collega” gli scrive, “questa condizione di frontiera che la tua comunità ha vissuto con dignità estrema – pagando prezzi severi e diventando parametro di dignità e di forza per il Paese intero -, Lampedusa la conosce molto bene ed è per questo che ti scrivo rappresentando il senso di ammirazione e riconoscenza che io e la mia gente vogliamo tributarvi”. «È stato un gesto bellissimo e improvviso, che mi ha emozionato e voglio condividere con tutta la comunità – dichiara Passerini -. Per molti aspetti credo dimostri la vicinanza, amicizia e solidarietà che in quei mesi e non solo c’è stata da tutte le parti del Paese verso la nostra comunità». n

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