Codogno, una 93enne attende la vaccinazione a casa da cinquanta giorni

Due settimane fa una telefonata: “Si vaccina anche suo marito?” Ma è morto

Dal 19 febbraio la madre 93enne ha un posto prenotato per il vaccino anti-Covid. Dopo due mesi però ancora nessun cenno di chiamata. O meglio, una telefonata c’è stata, il 27 marzo, ed è quella che la figlia «fatico a non definire superflua, sconfortante o almeno surreale». Perché semplicemente non ha cambiato di una virgola lo status quo, facendo salire semmai la rabbia per una situazione che non si può spiegare.

Perché le condizioni fisiche e psicologiche dell’anziana non le consentono di essere trasportata fuori della propria abitazione dove vive con una badante che si prende cura di lei notte/giorno. E il medico curante le ha prenotato il vaccino a domicilio. «Dopo il 19 febbraio non c’è più stata alcuna comunicazione o informazione riguardante tempi e modalità previsti per la vaccinazione, ad eccezione di una telefonata, da me ricevuta, sabato 27 marzo – spiega Donatella -. Un’operatrice dell’Asst lodigiana ha chiamato per verificare dati anagrafici, effettiva necessità di vaccinazione a domicilio e il soggetto che aveva prenotato, se la farmacia o il medico curante, elementi presenti nella prenotazione. Si chiedeva inoltre se il coniuge andasse vaccinato, e papà è morto lo scorso novembre».

Alla richiesta della donna sul quando e come si prevedesse di vaccinare la madre, la risposta poi è stata “non si sa”. E se si aggiunge «il numero verde irraggiungibile per eccesso di chiamate», è lecita una domanda: «È plausibile che le tante donne e uomini che stanno affrontando problemi come i miei riescano ad avere, in tempi ragionevoli, risposte sensate e un segno di rispetto dalle istituzioni che hanno eletto?».

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