Cibo per i poveri, gli affari della onlus

Non solo vendita di frutta e verdura destinati ai poveri, ma anche accoglienza dei profughi. Il centro di via Selvagreca, infatti, è gestito da Area solidale, il consorzio guidato da A. G., figlio dell’uomo arrestato con l’accusa di truffa ai danni dell’Unione europea. Quest’ultimo infatti, T. G. le iniziali, 66 anni di Secugnago, risulta consigliere di Area solidale, un consorzio che, almeno fino a settembre, riuniva 4 enti: “Sei per Secu”, l’associazione finita nell’occhio del ciclone per la rivendita sui banchi di frutta acquistata con i fondi Ue per i poveri, “Gli amici di Madre Teresa Giuliani, società cooperativa sociale”, “Milano solidale onlus società cooperativa sociale” e “Homo faber” cooperativa sociale onlus”.

Dalle lamentele i controlli

Mesi fa, i residenti delle “vie dei laghi” avevano fatto scattare l’allerta all’ex Asl (oggi trasformata in Ats della città metropolitana) e ai vigili del fuoco, segnalando la presenza di rifiuti nei pressi del centro di accoglienza. Proprio lì, al numero 20, dietro l’autolavaggio e la pizzeria. Da allora, i vigili del fuoco coordinati dal comandante Massimo Stucchi hanno effettuato circa 4 sopralluoghi, evidenziando una serie di anomalie che, spiega l’ingegnere dei vigili del fuoco Roberto D’Uva, «il centro sta risolvendo. Abbiamo chiesto che le cassette degli alimenti (carni comprese, ndr) scaricate nel cortile della struttura - spiega - venissero periodicamente allontanate insieme al resto della spazzatura. Adesso lo stanno facendo, anche se a volte stazionano ancora dei sacchi all’esterno, ma è normale che in una casa di 47 persone ci sia un po’ di tolleranza. Il grosso delle richieste però è stato soddisfatto. Mancano solo le ultime cose. Hanno fatto anche grossi lavori relativi all’anti incendio, compresa la compartimentazione anti-incendio di cucina e camere. Hanno realizzato, inoltre, l’impianto di spegnimento ad acqua che non era presente. Credo che si risolva tutto, a breve, nel migliore dei modi. I 47 profughi ospitati attualmente sono tutti quelli consentiti dall’accreditamento. Sulla carta, in realtà, Rea solidale potrebbe ospitarne fino a 50. Per quanto riguarda l’ordine nella struttura, all’inizio del nostro intervento lasciava a desiderare; adesso, invece, il centro si è adeguato. Mancano solo un paio di ottemperanze, una botola che era parzialmente aperta e la certificazione di conformità dell’impianto elettrico».

I profughi, incrociati all’esterno della struttura, al rientro da scuola, però non sono della stessa idea e contestano ancora «la mancanza a volte della lavatrice funzionante e il super affollamento delle stanze».

Secondo gli stranieri, infatti, sarebbe «troppo elevato il numero dei ragazzi rispetto agli spazi: 8 in ogni camera». Il pocket money di 75 euro al mese, invece, arriverebbe «a volte in ritardo». «Il vero problema, in realtà - annota l’operatrice che è affiancata da due collaboratori stranieri - è rappresentato dalla nuova norma sulle spese sanitarie. Dopo i 6 mesi di permanenza qui, l’assistenza non è più coperta. Ieri un ragazzo ha dovuto fare un esame e pagare un contributo di 100 euro, superiore alla sua mancia mensile. In questi casi dobbiamo intervenire noi». Le strutture di accoglienza ricevono un contributo netto di 35 euro al giorno per ogni persona ospitata.

I centri nel mirino

Da gennaio la struttura ha cambiato l’operatore responsabile. Letizia Barreca ora coordina il centro: «Qua cerchiamo di fare del nostro meglio - annota -, avviso i ragazzi e domani, se vuole, può venire tranquillamente a visitare la casa. Venerdì sono venuti ancora i vigili del fuoco a controllare per le prescrizioni partite lo scorso anno, quando non ero ancora qui». La struttura di via Selvagreca è la seconda, insieme alla cooperativa Integra che gestisce i profughi a Sant’Angelo, a finire un po’ nell’occhio del ciclone. Anche in quest’ultimo caso le segnalazioni erano partite dai residenti per disagi nella consegna dei pasti. Entrambe le strutture sono state selezionate dalla prefettura per l’accoglienza dei profughi nella situazione di emergenza legata agli sbarchi. Proprio martedì dal palazzo di corso Umberto è partito l’appello al territorio che accoglie in totale, ad oggi, oltre 450 persone. Appello perché si facciano avanti per l’accoglienza altre strutture private e pubbliche della provincia. A breve, infatti, uscirà un nuovo bando.

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