“Caso” utenze: servono 500mila euro

Il milione e 300mila euro di fine settembre

è passato a un milione e 900 mila euro. Le bollette

sono diventate molto salate in sede di assestamento

Serve ancora mezzo milione di euro per le bollette 2013 delle utenze del patrimonio comunale. Amarissima sorpresa quella emersa in quest’ultimo scorcio dell’anno per il Comune di Codogno: il dato di settembre - quando le utenze comunali dell’anno in corso sembravano pesare un totale di 1 milione e 375mila euro - si è rivelato decisamente sottostimato, ben lontano da quel milione e 900mila euro che invece è stato il dato emerso a fine novembre in sede di assestamento di bilancio. La maggioranza di centrosinistra è già corsa ai ripari: per coprire il mezzo milione di ammanco sulle bollette ha utilizzato praticamente tutto quel tesoretto di entrate straordinarie a disposizione (un conguaglio dallo Stato di 330 mila euro per una diversa quantificazione nell’Imu 2012 e 90 mila euro in più di addizionale Irpef), più altri 100mila euro di variazioni di bilancio effettuate ad hoc. In consiglio comunale è stato l’assessore al bilancio Roberta Polledri a spiegare il perché di questo ammanco. Che ha più cause. «Scontiamo un errore tecnico effettuato in fase di previsione - così l’assessore -, a cui aggiungere comunque gli aumenti dei prezzi unitari delle utenze e della loro tassazione. Con questa operazione andiamo poi a sanare quella cattiva abitudine che faceva sì che il Comune trascinasse le bollette di novembre e dicembre sull’anno successivo. Tutte queste cause messe assieme, hanno fatto emergere il problema utenze. Fortuna ha voluto che ci fossero delle entrate straordinarie, che ci hanno permesso di affrontare il problema».

Le minoranze sono però andate all’attacco. «Sul capitolo utenze a settembre avevate già messo 75 mila euro in più, dicendo che si era a posto, ma qui si è sbagliato di oltre 500mila euro - questo l’affondo del consigliere della Lega Francesco Passerini - . E non si dica che con questa maxi variazione il problema si risolve: il problema resta ed è quello di avere bollette del patrimonio comunale che costano quasi 2 milioni di euro». L’ex sindaco Emanuele Dossena (Pdl-Udc) ha sconfessato la strategia della maggioranza: «Avrei fatto una scelta diversa: avrei caricato sul 2014 le spese delle bollette degli ultimi mesi dell’anno e avrei utilizzato parte delle entrate straordinarie, 200mila euro ad esempio, per sollevare della seconda rata dell’Imu almeno le attività produttive, già fortemente penalizzate. Perché è giusto essere rigorosi: ma di rigore poi si muore». Parole di fuoco sulle utenze anche dal consigliere Rossana Vanelli (Per Codogno): «Alla faccia dell’errore, qui si parla di 500mila euro in più, quando a settembre ci avevate detto che andava tutto bene. Non condivido poi la scelta politica di dirottare sulle utenze tutte le entrate straordinarie arrivate: buona parte potevano effettivamente servire per andare incontro alle attività produttive sul tema Imu».

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