Caso Penati, lodigiano indagato

C’è anche il nome di un codognese nell’inchiesta della procura della Repubblica di Monza centrata su un presunto giro di tangenti per le aree ex Falck e Marelli di Sesto San Giovanni, che vede al centro delle indagini l’ex presidente di centrosinistra della Provincia di Milano Filippo Penati. Si tratta di Maurizio Pagani, manager del Gruppo Intesa Sanpaolo, responsabile del settore infrastrutture e project finance della Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo (Biis) del noto gruppo creditizio.

Pagani è indagato per concorso in corruzione, l’accusa nei confronti del codognese riguarda in particolare uno dei filoni su cui da giorni si stanno concentrando le indagini dei pm di Monza Walter Mapelli e Franca Macchia: l’acquisto nel 2005 da parte della Provincia di Milano, allora guidata da Penati, del 15% delle quote dell’autostrada Milano-Serravalle detenute dal Gruppo Gavio. Acquisizione, questa, che permise a Palazzo Isimbardi di raggiungere la maggioranza assoluta delle azioni della società autostradale. L’operazione venne criticata dall’allora sindaco di Milano Gabriele Albertini, che la definì inutile ma anche onerosa: la Provincia di Milano pagò 8,973 euro ogni quota che a Gavio era costata 2,9 euro, permettendo così al costruttore di guadagnare 179 milioni di euro. Un sovrapprezzo, quello delle quote della Milano-Serravalle, che è ora al centro delle indagini.

E’ nelle carte dei pm monzesi che si ritrova il nome di Pagani. Come già riportato dalle cronache giornalistiche di ieri, il 30 giugno 2010, l’imprenditore Piero Di Caterina (il «grande accusatore» di Penati) viene sentito a verbale dai pubblici ministeri. In quest’occasione Di Caterina parla di «una tangente pagata per la vendita della Milano-Serravalle» a «favore di Penati e di Giordano Vimercati» (ex braccio destro di Penati). Di Caterina riferisce ai pm anche di alcuni colloqui da lui avuti con Antonino Princiotta, all’epoca un dirigente della Provincia di Milano, che gli aveva parlato di «incontri avvenuti nell’aprile 2005 presso lo studio di un commercialista milanese» a cui avevano partecipato Vimercati, lo stesso Princiotta, Bruno Binasco (manager del Gruppo Gavio) «e un rappresentante di Banca Intesa, tale Pagani».

E’ proprio sulla base di queste dichiarazioni che i pm monzesi hanno ora iscritto Pagani nel registro degli indagati, l’accusa è quella di «corruzione in concorso con persone allo stato non identificate». Per la procura, l’iscrizione di Pagani nel registro degli indagati è «un atto dovuto» per verificare la veridicità delle dichiarazioni di Di Caterina. Nei giorni scorsi, i finanzieri del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Milano hanno eseguito delle perquisizioni nell’ufficio di Pagani e anche nella sua abitazione codognese.

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