Casale, Unilever vende il reparto logistico, sindacati e lavoratori non ci stanno

Stato di agitazione con blocco degli straordinari e quattro ore di sciopero

Unilever annuncia la cessione del suo reparto logistico dello stabilimento di Casale alla Innocenti Depositi, storico partner logistico della multinazionale, ma la scelta non convince sindacati e lavoratori: proclamato lo stato d’agitazione con blocco degli straordinari e 4 ore di sciopero domani. Prima di Natale è atteso un incontro in cui le due società dovrebbero illustrare nel dettaglio i contenuti della cessione del ramo d’azienda, che sarà operativo dal 1 febbraio prossimo. Nel reparto lavorano 12 dipendenti diretti Unilever e altri 8 lavoratori a tempo determinato assunti da agenzia interinale. «Vogliamo partire con una trattativa serrata in cui saremo supportati anche dalle segreterie di categoria territoriali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil – spiega Stefano Priori delegato della Rsu -. Lo stato d’agitazione è stato indetto dalla Rsu in via unitaria, Cgil, Cisl e Uil, e siamo rafforzati dall’esito delle assemblee con i lavoratori che abbiamo tenuto in questi giorni. Ci sono alcune questioni importanti sul tavolo: prima di tutto vogliamo garanzie sulla tutela dei lavoratori, poi vogliamo capire il piano industriale e in particolare come si prevede il recupero delle produzioni perse. Comprendiamo la fase storica particolare, ma la politica di cedere produzioni ai terzisti e ad altre fabbriche del gruppo oggi mostra il fianco alle critiche che noi abbiamo sempre sollevato». Dalla chiusura delle lavorazioni delle polveri una decina d’anni fa, questa è forse la prima situazione davvero critica, e tra i lavoratori c’è grande preoccupazione. «La situazione è vissuta con estrema preoccupazione dai lavoratori perché dopo la scelta di ristrutturare la fabbrica di Pozzilli per la lavorazione della plastica ci era stato promesso un aumento dei volumi – dice Matteo Quirci, altro delegato Rsu -. A distanza di un anno non abbiamo invece misurato quelle promesse, ma oggi ci troviamo a misurare invece un passo indietro, con la cessione di un reparto esclusivamente per ridurre i costi, ma senza alcuna prospettiva di sviluppo o crescita».

L’azienda ha motivato la cessione con la volontà di ridurre i costi ed efficientare il servizio logistico. Ma invece delle 200mila tonnellate previste in lavorazione nel 2022 dopo la fine delle lavorazioni di Pozzilli, quest’anno si chiuderà a 160mila tonnellate, un po’ meno degli anni scorsi. E la lettura combinata dei due fatti, calo dei volumi e cessione del reparto, preoccupa e non poco. «La Rsu e i lavoratori in questi anni sono stati responsabili, anche nell’accettazione di sacrifici, perché vedevamo l’idea di sviluppo del sito produttivo – concludono Priori e Quirci -. Se oggi un’idea di sviluppo del sito non c’è, allora anche l’atteggiamento della Rsu e dei lavoratori non può più essere lo stesso».

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