Casale resta sotto quota 15mila

Sorpresa dal censimento: mancano all’appello più 400 persone che erano iscritte all’anagrafe, di cui 330 stranieri. Casale si ferma dunque sotto i 15mila cittadini realmente residenti, andando contro le statistiche degli ultimi tre anni sviluppate sulla carta e sui documenti. L’effetto più rilevante di questa notizia riguarda la politica e il sistema di voto alle prossime amministrative: quando ormai tutti si aspettavano il doppio turno (previsto per le amministrazioni di più di 15mila cittadini certificati dall’ultimo censimento effettuato), si rimane invece fermi al turno unico, sistema con cui si è votato finora.

I dati non sono ancora ufficiali, ma quelli definitivi non dovrebbero discostarsi molto, come conferma lo stesso sindaco Flavio Parmesani. «Per il momento non abbiamo ancora certezze, ma è vero, sembra che dai rilievi manchino all’appello più di 400 persone che si stimava abitassero a Casale - ammette il primo cittadino -. La maggior parte sarebbero stranieri, circa 330, e questo è un dato che francamente ci aspettavamo. Negli ultimi anni abbiamo dato un grande impulso all’attività di verifica anagrafica e abbiamo notato come molti apparentemente residenti in Casale in realtà non si trovassero in città. Questa attività è stata interrotta sei mesi fa proprio in vista del censimento, con il quale sapevamo che sarebbero emerse queste contraddizioni».

La popolazione iscritta in anagrafe al 31 dicembre scorso era di 15mila 310 residenti, di cui 2138 stranieri. Se le prime indiscrezioni dei risultati del censimento saranno confermate, come sembra, la popolazione di Casale si fermerà a poco più di 14mila 850, e quella straniera in particolare scenderà a meno di 1850. È impossibile per il momento conoscere le cittadinanze che subiscono il taglio più importante.

«Le tante assenze di stranieri sono imputabili ai rientri in patria non segnalati, una pratica piuttosto diffusa e che rende difficile il lavoro degli uffici - spiega Parmesani -. Negli ultimi anni la crisi economica e occupazionale ha avuto dei riflessi importanti sugli stranieri, soprattutto con la difficoltà e la chiusura di diverse cooperative. Probabilmente gli stranieri cercano di appoggiarsi ai servizi sociali per tirare avanti, ma una volta che non ricevono contributi a pioggia come succede qui a Casale trovano più utile far ritorno al Paese d’origine».

Diversa è invece la spiegazione dell’assenza di un centinaio di italiani rispetto alle liste anagrafiche. «Gli operatori però ci dicono che anche questo valore è fisiologico rispetto al numero della popolazione casalina - conclude il sindaco -. Ci sono magari persone che hanno la residenza qui ma che poi effettivamente vivono altrove senza averne dato segnalazione. E fino a quando non c’è una necessità, gli uffici comunali non hanno motivo di riscontrare l’effettiva presenza o meno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA