CASALE Muro contro muro in aula
sul caso del “mini-Daspo”

Per la maggioranza è uno strumento importante, per l’opposizione solo propaganda inapplicabile

Mini-Daspo: in consiglio comunale è “muro contro muro”. Per la maggioranza di centrodestra il provvedimento rappresenta un nuovo e importante strumento per le forze dell’ordine; per l’opposizione di centrosinistra invece si tratta di una disposizione adatta a contesti metropolitani e di difficile applicazione a Casale dove appare solo una necessità propagandistica.

Giovedì in consiglio comunale l’amministrazione comunale ha portato in approvazione la modifica al regolamento comunale di polizia urbana, rubricata “libera fruizione e serena frequentazione dei luoghi pubblici della città” illustrata dal sindaco Elia Delmiglio e dalla comandante della Polizia locale, la dottoressa Laura Chiesa. Il Comune ha di fatto identificato 5 aree sensibili (centro, scalo ferroviario, parco del Brembiolo, Ducatona e Zorlesco) e ha introdotto per i soggetti disturbatori una sanzione amministrativa di 100 euro con l’obbligo del ripristino dei luoghi, nonché la possibilità di disporre il loro allontanamento da quel luogo per 48 ore dalla contestazione. Nel caso in cui questa disposizione non venga rispettata, sono previsti una sanzione di 300 euro con un secondo verbale da inviare al questore per il divieto di accesso all’area.

«È uno strumento in più che viene dato alle forze dell’ordine - ha spiegato il sindaco Delmiglio -: certo, non è risolutivo, accanto alla fermezza, serve il lavoro di rete, con la Prefettura, le scuole: a Casale non ci sono emergenze, ma ci sono episodi che vanno monitorati». Delmiglio ha continuato: «Casale è una città serena, ma una città in cui i comportamenti scorretti non sono ammessi, perciò abbiamo integrato il regolamento che già c’era con le disposizioni del decreto del 2017: non va visto come un campanello d’allarme, ma come uno strumento preventivo».

Dall’opposizione il consigliere Luca Canova ha contestato: «Questo provvedimento fa parte di una campagna di “securismo” o c’è bisogno di “securismo” nella città che dovevate fate migliore? - ha provocato Canova - La fattispecie qual è? Chi la determina? Io propongo di portarlo in commissione, come si sarebbe dovuto fare, e di rivederlo: non è tutto da scartare, ma ciò che rifiutiamo è il tono propagandistico di un provvedimento che così com’è non ha alcuna attinenza con questa città. Esistono già norme che vietano di gettare rifiuti per terra e di disturbare la quiete. A chi giova?».

Il vicesindaco Piero Mussida ha osservato: «È uno strumento che viene dato in mano ad operatori qualificati, alle forze dell’ordine, come avviene per molte altre norme. Direi che abbiamo solo due visioni diverse».

Alessandro Dragoni, capogruppo della Lega, ha osservato: «Con noi la città è rinata; il centrosinistra cerca visibilità dal momento che il consigliere Pagani si candida a sindaco».

«Questo provvedimento è una mossa elettorale, perché è un atto articolato, di difficile applicazione a Casale, valido solo per aree metropolitane dove l’allontanamento può avere un senso», ha replicato il consigliere d’opposizione Massimo Pagani.

Il capogruppo di Forza Italia Francesco Pesatori ha chiosato: «Siamo in campagna elettorale, non scandalizziamoci».

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