La maggioranza non ha i numeri per tenere il consiglio comunale e la minoranza non fa da stampella. Il consiglio comunale di mercoledì sera va deserto e tutto è rinviato a sabato mattina, quando in seconda convocazione sarà sufficiente un numero di consiglieri minore. In appello risultavano assenti tra i banchi della maggioranza i consiglieri Roberto Borghi e Giuseppe Carelli, entrambi della Lega nord.
A non entrare in aula era anche l’intera minoranza, Casale democratica, Partito comunista dei lavoratori e Casale futura. Per effetto di queste assenze mancava il numero legale, che è di almeno 11 consiglieri. La sola maggioranza invece contava 10 consiglieri più il sindaco, la cui presenza non è valida però ai fini del numero legale. Il presidente del consiglio Nicola Locatelli alla fine non poteva fare a meno di decretare la seduta deserta e indire una nuova convocazione per sabato mattina alle 9.30. Lo stesso Locatelli è stato poi contestato dal Partito comunista dei lavoratori per i tempi dilatati con cui si è accertato in secondo appello della mancanza del numero legale. «I due consiglieri sono assenti per motivi personali - spiega il sindaco Flavio Parmesani -. In quattro anni di mandato è la prima volta che capita di dover rinviare il consiglio per mancanza del numero legale e in ogni caso vorrei sottolineare che in termini di voto la maggioranza sarebbe stata comunque solida. Non c’è nessun problema, solo un intoppo momentaneo. Già sabato mattina andremo avanti con i lavori. In passato, quando eravamo in minoranza, capitò una situazione analoga e uscimmo dall’aula al primo appello come segnale politico. Poi al secondo appello rientrammo per mandare avanti i lavori. Prendo atto invece che oggi le minoranze preferiscono restare fuori e far rinviare tutto».
Una lettura ben diversa è quella che arriva però dalle opposizioni. «Questo episodio ci mostra una fragilità politica che sta diventando sempre più lampante - dice Andrea Bossi di Casale democratica -. Il centrodestra casalino perde pezzi e non è in grado da solo di garantire i numeri necessari all’apertura dei consigli comunali. Palese è poi il progressivo disfacimento del gruppo della Lega nord che, dopo aver perso un consigliere nell’ultimo anno (Ettore Paina, ndr) oggi, con le sue defezioni (Giuseppe Carelli e Roberto Borghi, ndr), ha azzoppato una maggioranza già ballerina e ora ancor più palesemente allo sbando. È sconsolante osservare come i lavori del consiglio comunale debbano essere ingessati da un centrodestra litigioso, confuso e diviso più da istanze personalistiche che da reali controversie politiche».
Il termine di approvazione del bilancio consuntivo è il 30 aprile, e tutte le minoranze rimarcano dunque come la defezione della maggioranza arrivi in una situazione già di una certa urgenza. E all’orizzonte ci sono impegni di consiglio importanti come il bilancio di previsione e il piano di governo del territorio. «Non si capisce se ci sono problemi politici o problemi personali - dice Leopoldo Cattaneo del Pcl -. In un caso o nell’altro, questa maggioranza non è capace di andare avanti da sola, e allora diciamo chiaramente che deve andare a casa, deve dimettersi».
Tutte le minoranze infine ricordano come già in passato la maggioranza sia stata attraversata da tensioni e incomprensioni: da un gruppo unico originario oggi ve ne sono oggi cinque (di cui due fuori dalla maggioranza), e il turn-over ha toccato pesantemente gli assessorati con cinque cambi. «Ma questa maggioranza non è più la stessa che ha vinto le elezioni - conclude Antonio Palermo, ex capogruppo di maggioranza oggi all’opposizione -. Quella maggioranza non esiste più da tempo, oggi tirano a campare».
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