Casale, il dramma del 32enne:«È morto per un sorpasso»

Un tentativo di sorpasso, potrebbe essere questa la causa dell’incidente mortale avvenuto sabato mattina lungo la via Emilia a Casalpusterlengo. Secondo una prima ricostruzione la Seat Ibiza su cui viaggiava il 32enne di origini colombiane William Arbey Morales Santa Maria, che ha perso la vita nel frontale con un Fiat Ducato in arrivo dalla corsia opposta, avrebbe sorpassato un trattore. A rivelarlo è Luis Vega, collega ma prima di tutto amico del 32enne: «Secondo un testimone William avrebbe tentato di sorpassare un trattore e il furgone che veniva dall’altra parte non ha frenato - racconta -, sull’asfalto, infatti, non ci sono segni». A complicare le indagini, riferisce sempre Luis, c’è in più il fatto che il 51enne di Casale C.O. alla guida del Ducato non ricordi nulla dell’incidente. «Dall’autopsia è risultato che William stava bene per cui non è stato un malore a provocare il frontale» ammette. Luis aveva parlato l’ultima volta con l’amico giovedì sera, William gestiva per suo conto il negozio Vega Transfert di fianco al Messicano a Casale. E proprio per seguire più da vicino l’attività il 32enne si era trasferito in paese appena una settimana fa. «Prima viveva in corso Adda a Lodi - spiega Luis - venerdì mattina era andato ad accompagnare la moglie al lavoro a San Martino in Strada, avevano lasciato il figlio di 13 mesi dalla suocera e lui stava tornando al negozio».

A un passo dalla destinazione, prima del cavalcavia, il terribile schianto. «La moglie di William è distrutta - continua Luis -, pensare che si erano sposati solo un mese fa». Con una cerimonia a Lodi, seguita da una grande festa nel locale cittadino di Luis. Le nozze, il lavoro di responsabilità a Casale, la vita di William sembrava andare per il meglio. «Era un ragazzo intelligente - ricorda il collega - con lui mi trovavo benissimo e poi era in gamba, in pochissimo aveva imparato come mandare avanti il negozio». Nelle sue parole, accanto all’incredulità per la tragedia trapela anche la rabbia: «Mi sembra un incubo - si sfoga - e altrettanto assurdo è che il giorno dell’incidente nessuno si sia degnato di avvisare la moglie ». Racconta di avere telefonato lui stesso più volte a chi aveva il dovere di «cercare almeno di contattarla ma il telefono ha continuato a squillare a vuoto». Fino alle 18, quando ha saputo che il marito era stato trasportato in elicottero all’Ospedale Niguarda. «È morto solo - scandisce - ed è una cosa gravissima».

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