Caos 25 Aprile, Parmesani tira dritto

Il sindaco si difende dopo il discorso che ha acceso gli animi

Un fuoriprogramma del sindaco leghista Flavio Parmesani in risposta al discorso di Francesco Cattaneo, presidente dell’Anpi: è stato questo a scatenare a Casale il putiferio in occasione delle celebrazioni per il 25 Aprile. Nel suo intervento, Cattaneo aveva chiesto retoricamente che tipo di ideali avessero i nazisti coinvolti negli eccidi perpetrati in Toscana e in Emilia Romagna a danni dei civili mentre erano in ritirata. Al termine, il sindaco Parmesani ha cominciato il suo discorso improntato alla riconciliazione e al superamento delle divisioni storiche. Poi a un certo punto, fuori da quanto preparato alla vigilia, ha asserito in risposta a Cattaneo: «E probabilmente i nazifascisti che fecero le stragi non avevano alcun ideale, come non avevano ideali anche i partigiani che, qui a Casale, stuprarono e uccisero donne fasciste».

La bagarre è stata immediata: fischi, insulti e spintoni, fino quasi a sfiorare la rissa, evitata dalle forze dell’ordine. Il giorno dopo, a mente fredda, il sindaco non arretra di un passo. «Se dobbiamo andare avanti e mettere una pietra sopra, allora la storia la dobbiamo ricordare per intero - ribadisce Parmesani -. Gli episodi non sono inventati da me, ma riportati da storici locali. Solo riconoscendo gli errori specifici si può andare avanti. Non c’era nessuna volontà di condannare i partigiani, ma solo di ricordare la storia, tutta». Anche sapendo che il putiferio sarebbe inevitabilmente scoppiato? «Non è questione di opportunità, ma se una cosa è giusta o no - dice Parmesani -. Quelle ragazze furono stuprate e uccise ed è giusto dedicare loro un ricordo».

Un ricordo che a molti è parso inopportuno dal momento che ha finito con il mettere sullo stesso piatto della bilancia 20 anni di dittatura, l’orrore della guerra e dell’occupazione nazista con alcuni episodi, peraltro controversi e anche storicamente non del tutto accertati. «Ma è stata solo una questione di correttezza - conclude il sindaco -. Se si vuole raccontare la storia a senso unico allora sarebbe stato meglio tacerli, ma non è questo il senso del 25 Aprile. Non ho detto che i fascisti erano santi, né che i partigiani erano tutti stupratori e assassini. Mi è sembrato che non si aspettasse altro che di poter contestare il sindaco».

In ogni caso, la riconciliazione e il superamento delle divisioni sembrano oggi molto lontane dall’essere raggiunte a Casale. Il tutto mentre dalla segreteria provinciale della Lega si rivendica la posizione di superamento delle dispute tra comunisti e fascisti e si condanna la violenza attuata nei confronti dei propri militanti. «Denunciamo un atteggiamento violento e ingiurioso nei confronti di militanti della Lega nord - afferma il segretario provinciale Guido Guidesi -. Se volevano contestare il sindaco avevano tanti modi per farlo, invece hanno deciso di aggredire altre persone. È incredibile come dopo 60 anni ci siano ancora persone che ritengono questa festa una loro proprietà e non il patrimonio di tutti. I fascisti non ci sono più, ci si augurava che non ci fossero più nemmeno gli illiberali e gli antidemocratici ma invece hanno dato esempio di longevità a Casale».

Andrea Bagatta

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