
Al buio, con indosso le mute e la maschera, i sommozzatori hanno ispezionato gli 800 metri sotterranei della roggia Molina a Camairago, facendosi strada con una torcia montata sul casco e controllando che non ci fossero corpi estranei. Alle 15.30 di ieri pomeriggio si sono chiuse ufficialmente le ricerche in viale dei Tigli a Camairago, il vialone alberato davanti al cimitero dove giovedì sera intorno alle 19 stava facendo footing la ragazza di Castiglione d’Adda che ha avvertito uno strano lamento provenire dalla roggia e temendo si trattasse di un bambino ha lanciato l’allarme. La mobilitazione è stata subito massima, i carabinieri di Casalpusterlengo, i vigili del fuoco di Lodi, di Sant’Angelo Lodigiano e Casalpusterlengo sono arrivati immediatamente sul posto, e in seconda battuta le unità cinofile di Piacenza e i sommozzatori di Milano. Anche il sindaco Renzo Clerici, il vice Pino Gozzini, l’agente di polizia locale Angelo Bertolotti sono accorsi a controllare, mentre sulla roggia scendeva la notte e diventava più complicato muoversi. Il dubbio da sciogliere era che nessuno fosse scivolato accidentalmente dentro il condotto e che quella specie di vagito descritto dalla ragazza e confermato da un’altra passante, fosse quello di un bimbo. Nel dubbio dal 118 è stata inviata un’ambulanza della Croce rossa. Giovedì il sopralluogo è andato avanti fino alle 00.20, poi solo i pompieri di Lodi sono rimasti a presidiare l’area per l’intera notte. Naturalmente di pari passo alle ricerche sul campo le forze dell’ordine hanno verificato che non fossero giunte nel frattempo denunce di persone scomparse, perché in quel caso la segnalazione avrebbe trovato fondamento. In assenza di riscontri si è così proseguita l’ispezione in alveo e nella boscaglia in qualche modo rassicurati, mentre si faceva largo la convinzione che le due testimoni avessero avvertito il verso di un animale piuttosto che il vagito di un infante. Come hanno supposto fin dall’inizio molti dei soccorritori e della gente del paese. In particolare si è ricollegato il suono al verso delle nutrie, popolosissime in quella zona di aperta campagna. «I par di fiulìn» diceva ieri un anziano di Camairago, mentre i carabinieri di Castiglione proseguivano i controlli esterni e i sommozzatori di Milano scendevano nella roggia e s’infilavano dentro il sifone tenendosi a una corda usata come sicura. Procedendo a gattoni, perché il diametro di 1.40 centimetri della parte tombinata (che solo in un punto si allarga a 1.60) non consentiva di muoversi diversamente, nell’acqua ridotta a pochi centimetri grazie all’intervento del Consorzio Muzza, i professionisti hanno passato al setaccio gli 800 metri di condotto. Per poi sbucare dall’altra parte e riportare che non avevano trovato niente. Eccetto un paio di bidoni in plastica e alcuni pesci morti, fortunatamente niente di quel che si stava cercando. Tra le ipotesi considerate vi era anche quella che un cane o un gattino appena nato fossero caduti in acqua, ma non sono state trovate carcasse di animali. «Per fortuna si è trattato di un falso allarme - ha detto il sindaco Clerici -, tutti gli organi di soccorso e i carabinieri hanno agito tempestivamente e bene».
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