Bus, quando l’attesa è un incubo

Pensiline distrutte o assenti: a volte i pendolari lodigiani sono costretti ad aspettare a bordo strada

In alcuni casi è scontato che l’autobus si attenda in piedi e senza alcune copertura in caso di pioggia. In altri, se la copertura c’è, bisogna comunque aspettare senza sedersi, nella speranza che il bus sia puntuale. E quando le pensiline esistono, a volte sono “datate” o addirittura devastate. È la situazione fotografata lungo la strada provinciale che collega San Martino in Strada a Castelnuovo Bocca d’Adda. Paesi che da nord a sud sono collegati proprio dal servizio pubblico su gomma. Anche e soprattutto per recarsi nelle scuole o andare a lavorare da Milano.

Partendo dal profondo sud della Bassa per risalire verso Lodi, incontriamo moltissime fermate. A Castelnuovo le pensiline mostrano i segni del tempo ma offrono ancora la possibilità di sedersi al riparo. Una “curiosa” pensilina poi, frutto di un vecchio accordo del Comune con una società privata, è caratterizzata addirittura da un distributore automatico, rifornito solo per metà. Proseguendo in direzione Maleo, spuntano (solo direzione nord) le pensiline posate alcuni anni fa in virtù di un accordo fra amministrazione provinciale e amministrazione comunale, per evitare che i pendolari sostassero sull’erba, sotto la pioggia. In piazza XXV aprile a Maleo invece il Comune, nell’ambito dei lavori di rifacimento del centro storico, ha creato un piccolo “salotto” moderno: un’ampia panchina in legno, coperta da una pensilina. Risalendo verso Castiglione, le pensiline le troviamo all’interno del paese: il tetto c’è in via della Vittoria ma mancano i posti a sedere.

A Bertonico le pensiline sono vecchie mentre a Turano, si alternano quelle “nuove”, pulite, in buono stato, dotate addirittura di un cestino per i rifiuti, ad una pensilina ormai datata, con i vetri rotti.

Il peggio arriva in zona Caviaga e Soltarico: non solo un paio di fermate si trovano sul ciglio della strada e con scarsa visibilità, ma a Soltarico, dove la pensilina c’è, non si vede. È distrutta, ripiegata fra il verde, totalmente divelta dopo i danni causati diversi anni fa da un’auto. Quindi, arrivando fino a San Martino, le possibilità di salire e scendere dal bus sono a ridosso delle piste ciclopedonali, prima di attraversare la via Emilia e arrivare in paese, dove le pensiline si trovano in buono stato.

A Casale e Codogno, anche se non sono collocate lungo la strada provinciale che collega San Martino a Castelnuovo, la situazione non è migliore. Anzi. La fermate del bus davanti alla stazione ferroviaria di Codogno è fatiscente, priva della possibilità di sedersi, come a Casale lungo la via Emilia: sotto il tettuccio, c’è una mini panchina. Utile giusto per un paio di persone.

L’immagine complessiva rimane quella di un territorio disomogeneo: le pensiline sono spesso differenti, ognuna sembra rispondere a criteri differenti. Eppure sarebbero pochi quelli da seguire: un tetto per mettere i pendolari al riparo dalla pioggia che spesso batte anche lateralmente, dunque meglio se la pensilina fosse chiusa. Una panchina dignitosa per far sedere più persone possibile e un cestino per gettare i rifiuti nell’attesa.

Sara Gambarini

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