Bambino muore prima del parto: dramma all’ospedale di Codogno

Volevano chiamarlo Nicolas Ccosmin. Aveva già la sua cameretta gialla con il nome scritto a caratteri cubitali sulla parete. Ma il bambino non vedrà mai né la sua cameretta, né mamma e papà che gliel’hanno preparata. È morto prima ancora di nascere, e il suo decesso, al momento, resta senza un perché. Il dolore dei genitori, Luiza e Dorin Valentin Dragonir, è immenso e senza un’autopsia non potranno sapere che cosa ha strappato in un soffio la vita che da 38 settimane cresceva nella pancia della donna. Per sapere la verità i coniugi si sono rivolti ai carabinieri e hanno affidato la loro causa all’avvocato di Milano Bruna Lepre.

«Sabato mattina - lamenta il marito Dorin Valentin, romeno di 23 anni, dal 2007 in Italia - siamo stati a Codogno per il tracciato di routine e tutto andava bene. Hanno deciso però di ricoverarla e le hanno fatto gli esami del sangue. Mia moglie si trovava al 38esimo mese più 6 giorni, le hanno fatto 7 o 8 tracciati durante il giorno e 2 di notte. Hanno sempre detto che il piccolo stava bene. L’ultimo tracciato è stato fatto tra sabato e domenica. Alle 5.45 di ieri, invece, mi hanno chiamato per andare in ospedale. Pensavo che fosse per il parto, invece mio figlio era morto. Non ho più lacrime per piangere».

Il groppo che ha in gola si scioglie. «Nessuno - dice - si è giustificato, nessuno ci ha detto niente. Hanno solo allargato le braccia, in silenzio, come a dire che non sapevano perché fosse successo. Nicolas sarebbe stato il nostro primo figlio. Ci siamo sposati a settembre, mia moglie ha la mia età e quando ha saputo che sarei diventato papà ero così contento che non ho neanche parole per spiegarmi. E adesso, invece, sono qua. Guardi come sono contento. Avevamo preparato tutto per il nostro bambino, anche la cameretta con il nome dipinto sul muro. Avrebbe dovuto nascere il 24 luglio, ci avevano detto; tutti gli esami erano sempre andati bene. Mia moglie aveva dei puntini, come delle punture di zanzara, sulle mani e sui piedi, ma i medici e gli specialisti ci avevano detto che erano gli ormoni che stavano lavorando di più».

La prima ecografia, racconta l’uomo, «era stata fatta a Codogno, così la seconda e la terza. Quest’ultima - dice Dragonir - era stata fatta su nostra richiesta. Eravamo andati al Pronto soccorso perché mia moglie aveva dei dolorini, ma andava tutto bene. Una quarta ecografia era stata fatta a maggio, in Romania, dove ci trovavamo in viaggio e l’ultima a Milano perché a Codogno non c’era posto. Gli esami sono sempre andati bene, fino all’ultimo momento. Sabato ci hanno detto: se sua moglie non partorisce normalmente tra oggi e domani lunedì le facciamo il cesareo. Infatti, abbiamo fatto il cesareo, ma per togliere il bambino che non c’era più. Ora aspettiamo gli esiti dell’autopsia e poi vediamo».

Solo l’esame autoptico, infatti, stabilirà se si è trattato di un caso drammatico, ma normale, di morte in utero, o se qualcosa non è andato per il verso giusto e la morte di Nicolas Ccosmin Dragonir poteva essere evitata.

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