Assalto alla casa di don Barbesta

Assalto alla casa di don Peppino Barbesta, collaboratore parrocchiale a Retegno. I segni sulla porta d’ingresso indicano con quale accanimento i malviventi abbiano cercato di entrare nell’abitazione del sacerdote, fondatore dell’associazione Lavoratori credenti e “voce degli ultimi”. Il fatto risale a sabato sera intorno alle 23: don Peppino era da poco andato a dormire ed è stato svegliato dal terribile fracasso sotto le sue finestre. Prima una specie di tonfo nella viuzza sul retro della casa, via Zecca. Poi un rumore insistente dalla parte opposta, in giardino. A quell’ora nella via principale c’era il solito via vai di gente, ragazzi fermi a chiacchierare fuori del bar “Blito” e persone a passeggio. Se i malviventi fossero passati di lì qualcuno li avrebbe sicuramente visti, così hanno aggirato l’ostacolo e sono sfilati in via Zecca, hanno scavalcato il muro di cinta dell’abitazione di don Peppino e si sono trovati davanti all’ingresso. Forse non sapevano che la porta è blindata e non sarebbe stato certo facile aprirla: ma anziché darsi per vinti sono sgusciati nel cantiere del fabbricato in costruzione a fianco e hanno cercato qualche attrezzo per forzarla. Recuperata una squadra da muratore si sono quindi scatenati sulla porta, provando in tutti i modi a scassinarla. I segni rimasti tracciano una mappa dei tentativi fatti: si vede la copertura in legno sollevata, lo strato sottostante in ferro squarciato a furia di scavarci dentro con la squadra, la base e i lati piegati. Ma la porta dell’entrata principale non si è aperta e così i ladri hanno preso a colpi quella vicina. Invano anche quella. È stato nel bel mezzo di quell’armeggiare che don Barbesta si è alzato dal letto ed è sceso al piano di sotto. «Chi è? Cosa sta succedendo?» ha chiesto. «Siamo della Protezione civile» avrebbero farfugliato i ladri dall’altra parte, mentendo spudoratamente. Soltanto quando il sacerdote ha minacciato di chiamare i carabinieri, i malviventi hanno desistito e sono fuggiti. Don Peppino ha allertato subito il 112 e la perpetua Carmen, i volontari dell’associazione Lavoratori credenti. La mobilitazione è stata immediata. I carabinieri sono arrivati in un baleno sul posto e così gli amici, corsi a tranquillizzare il parroco che era rimasto fino a quel momento solo a fronteggiare il pericolo. Per fortuna il raid è fallito e don Peppino non ha vissuto il “faccia faccia” con i ladri. Ma la paura è stata davvero tanta.

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