Anche la Mareva ora ricorre alla cassa

Anche Confezioni Mareva costretta a ricorrere alla cassa integrazione in deroga. Nel Lodigiano il settore tessile continua a lanciare segnali di crisi: nella Bassa la storica azienda di Maleo specializzata nella produzione di camicie su misura e in particolare di forniture industriali, ha messo in cassa integrazione in deroga le sue 9 dipendenti. Le commesse infatti sono calate e così da oltre un anno la ditta ha cominciato a ridurre i ritmi ricorrendo alla cassa per pochi giorni al mese. Nessun rischio serrata però.

Anche il mese di settembre tuttavia ha rivelato un calo degli ordini in una fase storica in cui, se diminuiscono le richieste per le grandi forniture, aumentano le domande dei singoli clienti interessati ad acquistare direttamente camicie su misura. È la doppia faccia di una medaglia che si chiama crisi: le aziende faticano a stare sul mercato e le persone cominciano ad andare alla ricerca di prodotti artigianali ben fatti, ma meno costosi se acquistati dal produttore.

Mareva è una realtà nata nel 1969 dai genitori di Marco Crotti per la produzione di pigiami e poi da lui rilevata nel 1983 e convertita in una ditta che confeziona camicie per forniture industriali (per enti come autostrade, banche, compagnie aeree, aziende di trasporti e polizie locali) e per uso civile, dove soltanto nel 2011 aveva fatto visita il vicegovernatore Andrea Gibelli nell’ambito dei suoi tour fra le attività produttive. «Abbiamo il lavoro ma si lavora meno - ha spiegato Marco Crotti, titolare di Confezioni Mareva, vicepresidente provinciale di Confartigianato e presidente regionale della categoria tessile -, perché le commesse sono diminuite rispetto agli anni scorsi in quanto si vende meno e parte del lavoro che c’è sul mercato lo prendono le aziende che producono all’estero; ma anche le gare fatte per le forniture industriali per enti pubblici non facilitano di certo coi loro criteri realtà come le nostre».

«Nella nostra stessa situazione ci sono anche altre realtà tessili del Lodigiano: - ha continuato Crotti - la crisi degli ultimi anni ha solo aggravato una situazione già difficile per il settore tessile che va avanti ormai da quasi 15 anni, da quando sono iniziate le delocalizzazioni in Romania e poi in Tunisia e in Bangladesh e sono emersi nuovi mercati come quello cinese e indiano». Confezioni Mareva invece è una di quelle aziende che ha scelto di rimanere sul territorio, inizialmente con 14 dipendenti e ora con 9. L’ostacolo dunque è la crisi, da affrontare inventandosi soluzioni nuove di vendita. Ed è su questo che Crotti è al lavoro.

Sara Gambarini

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