Ambulanti nel “cuore” della crisi

Tra le bancarelle si commentano gli acquisti dei codognesi per Pasqua: «Quasi nessuno viaggia, pochi vanno al ristorante e le spese sono “al risparmio”»

La ripresa? «C’è solo in televisione». È una Pasqua «al risparmio» quella che si prepara a festeggiare la maggior parte delle famiglie di Codogno e dei paesi vicini, e la riprova erano le sportine semivuote ieri mattina al mercato. Di uscire fuori a pranzo non se ne parla, costa troppo, ma anche per il pranzo in famiglia si taglia sulle spese. Lo sanno bene gli ambulanti che ieri hanno guadagnato a malapena quanto un venerdì qualunque. Lontanissime le «vigilie» in cui le massaie abbondavano, proprio in virtù dell’Evento. «E’ andata la Pasqua di una volta - commenta Albino, formaggiaio, da 25 anni presenza fissa in piazza Cairoli -. Oggi è una giornata di mercato ordinaria, non si fa più il doppio come una volta».

Ci s’ingegna, così Anna farà la cuoca per suo figlio, «cucino e vado da lui». E’ al mercato per comprare una fetta di gorgonzola quello «buono», ma niente tentazioni. Basti dire che è difficile vendere anche colombe e uova di Pasqua da 1 a 4 euro. «Come vanno le vendite? Male - sospira Leonardo, del camioncino di dolciumi -. Non ho assortimento, perché la gente compra quello che prende abitualmente. Ma non c’entra niente con la Pasqua». Qualcuno a dire il vero non resiste a regalare almeno un uovo di cioccolato ai nipotini, ma la scelta cade inesorabilmente sulla super offerta. Avvicinandosi al banco, la domanda è da copione: «Quello che costa meno?». E alle 12.30, quand’è ormai ora di sbaraccare, i dolci pasquali sono ancora per la metà appesi. Sembra fare eccezione il pescivendolo Nichetti. Il frigo del pescato è praticamente vuoto e un cliente non trattiene la battuta: «Cosa vendi, il ghiaccio?». In effetti è rimasto solo quello, ma è un «falso positivo»: «Non ho più niente perché mi so regolare - spiega il venditore -. La crisi c’è eccome, rispetto a qualche anno fa le vendite sono calate di molto. Compravano filetti, spada, gamberoni, cozze, adesso poco e niente. Se prima prendevo 10 chili di anelli, sono passato a 8 e poi a 6. Continuo a scendere».

Figurarsi. C’è chi riciclerà gli avanzi di Natale: «Abbiamo la carne del cenone ancora nel freezer, mangiamo quella. Di primo invece ho fatto io gli anolini. A Piacenza li vendono dai 42 ai 48 euro al chilo, con 15 euro ne abbiamo fatti quasi 2 chili» spiegano Giuditta e il marito, originari di Codogno ma oggi residenti a Piacenza. Alle loro spalle Nichetti racconta di due amici, uno ambulante e l’altro titolare di un agriturismo: Il primo «qualche anno fa vendeva un camioncino di uova e colombe, adesso zero». Il secondo invece «ha esaurito tutte le prenotazioni». Il commento è unanime: «Anche in autostrada c’è pieno di gente che parte per il weekend. I soliti coi soldi se la godono, e noi tiriamo la cinghia».

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