Alberi, nella Bassa si rischia l’ennesimo scempio

Ve li immaginate i colatori Mortizza, Allacciante e Gandiolo senza verde attorno? Nudi, senza alberi, né cespugli, arbusti e di conseguenza uccelli, piccoli animali selvatici che gravitano attorno. La vegetazione spontanea dei tre canali nella Bassa rischia di scomparire, cancellata da un progetto elaborato da Aipo e già reso esecutivo da Regione Lombardia. «Uno scempio», attacca Carla Ardigò, presidente di Vivambiente. Sembra non esserci posa per questa paladina dell’ambiente, che si appresta ad affrontare una nuova battaglia: bloccare il progetto dell’Agenzia interregionale per il fiume Po. Per farlo ha coinvolto Legambiente, Wwf, Parco Adda Sud, e ora chiede un coinvolgimento diretto dei sindaci di Santo Stefano Lodigiano, Corno Giovine, Corno Vecchio e Caselle Landi, i Comuni per primi interessati dall’intervento. «Si profila di nuovo una pesante mortificazione degli ultimi polmoni verdi sopravvissuti nel Lodigiano e un ulteriore colpo alla destrutturazione del paesaggio - spiega allarmata -. L’associazione Vivambiente lancia l’allarme ai Comuni, ai quali è richiesto il rilascio dell’autorizzazione a procedere, e a tutte le associazioni d’impegno ambientale operanti nel territorio del Basso Lodigiano, ma anche ai privati cittadini. È auspicabile che uno dei Comuni interessati promuova un’azione di coordinamento per concordare una strategia di contrasto in difesa del territorio, della salubrità della vita umana, della biodiversità, delle bellezze della natura. Insomma, della qualità della vita». Le ragioni addotte da Aipo per sostenere il taglio della vegetazione lungo i colatori sono diverse: fare pulizia idraulica, consentire le operazioni di monitoraggio sullo stato di conservazione e manutenzione dell’argine, fermare l’erosione spondale. Tutte sacrosante alla lettera, ma che secondo Carla Ardigò non giustificano in alcun modo l’eliminazione di tutte le specie arboree lungo gli argini. «Tagliare gli alberi caduti e ammalati è legittimo, ma che senso ha eliminare anche tutto il resto della vegetazione? - domanda -. E da quando gli alberi non assolvono più alla loro funzione di contrasto all’erosione, trattenendo il terreno con le loro radici? L’elaborazione grafica delle immagini allegate al progetto mostra con sconcertante evidenza la desolazione dei canali se privati della loro naturale cornice verde, in una campagna già resa piatta dalla monocoltura, determinando un desolante effetto paesaggistico. All’abbattimento dei filari di alberi che in passato segnavano i confini fra i campi si accompagnerà anche questo nuovo disastro. E poi il problema è anche un altro: dove si rifugeranno gli animali selvatici che hanno lì le loro tane. Perché Aipo non prevede nemmeno un intervento compensativo. Si fa tanto parlare di biodiversità e poi si acconsente a uno scempio del genere».

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