Ai domiciliari per la rapina al disabile

Hanno deciso tutti di rispondere alle domande del giudice i tre giovani arrestati domenica mattina a San Fiorano dai carabinieri con l’accusa di aver tentato di rapinare a calci e pugni, poco prima, un 60enne invalido civile di Codogno. E l’episodio sembra, in parte, ridimensionato, anche se l’accusa rimane di tentata rapina e i sette giorni di prognosi, con botte in diverse parti del corpo, al pensionato non potrà levarli nessuno. Nell’interrogatorio di convalida dell’arresto eseguito ieri nel carcere di via Cagnola dal gip Andrea Pirola, B.V., 24 anni, operaio residente nel Basso Lodigiano, è stato l’unico a respingere le accuse: sostiene che stava tranquillamente dormendo in auto, dopo una nottata di bagordi passata con gli altri due in casa di un comune amico, e che si è svegliato solo quando sono intervenuti i carabinieri. Non si sarebbe quindi accorto della rapina. A difenderlo l’avvocato Ennio Ercoli di Lodi.

E il fatto che il 24enne fosse rimasto in auto a dormire mentre a pochi passi andava in scena il pestaggio dell’anziano avrebbe trovato parziali conferme nelle dichiarazioni di C.L., 21 anni, muratore residente in provincia di Piacenza, che era al volante dell’auto: il giovane avrebbe sostenuto che, in realtà, l’idea di fermarsi per infastidire quell’anziano che camminava solo sulla ciclabile era venuta all’amico marocchino. Il quale, sceso dall’auto, avrebbe affrontato il pensionato forse con una richiesta di denaro, ottenendo in cambio una serie di insulti. E qui, complice l’ubriachezza, lo avrebbe colpito. Il 21enne, difeso dall’avvocato Gaetano Marchesi di Casalpusterlengo, sarebbe intervenuto solo in quel momento. Lo straniero, T.A.A., 24 anni, residente anche lui in provincia di Piacenza, si è a sua volta difeso, e anche lui , dopo due nottate in cella, ha ottenuto i “domiciliari”.

Se verrà confermato che solo in due hanno aggredito il pensionato, verrà a cadere un’aggravante, anche se i difensori puntano a una diversa ricostruzione dei fatti, visto che la rapina è comunque un’accusa. Le indagini proseguono, i tre intanto dovranno chiedere al giudice il permesso di poter uscire di casa per lavoro. Che, al momento, non appare scontato.

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