Abusi in psichiatria, sentite le pazienti

Vola verso l’avviso di conclusione indagini, prologo alla possibile richiesta di rinvio a giudizio, la vicenda di A.M., il 55enne psichiatra lodigiano accusato di abusi sessuali nei confronti di alcune sue pazienti. Ieri in tribunale si è infatti concluso l’esame delle sei donne che, a partire dallo scorso autunno, una alla volta, avevano raccontato di aver intrecciato una relazione sentimentale con il loro medico.

Relazioni che non sarebbero sfociate in vere e proprie violenze fisiche, ma che lo psichiatra avrebbe instaurato “abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto”, come recita la lettera 1 dell’articolo 609 bis; che sarebbe poi il fulcro, quest’ultimo, delle contestazioni mosse dalla procura al professionista, e sulla cui validità l’incidente probatorio condotto sulle sei presunte vittime del medico potrebbe aver fornito elementi importanti sia alla pubblica accusa che alla difesa. Cosa abbiano detto le donne tra venerdì e ieri pomeriggio al giudice per le indagini preliminari Isabella Ciriaco, in realtà, non è dato a sapersi: il riserbo delle parti sulla questione, infatti, resta massimo.

Di certo c’è che la conclusione dell’esame delle pazienti dovrebbe aver concluso la trafila delle indagini, iniziate oramai circa un anno fa, e culminate nel tempo con l’arresto e la successiva restrizione ai domiciliari di A.M.. Entro breve tempo, infatti, allo psichiatra dovrebbe essere notificato il 415-bis, ovvero l’avviso di conclusione delle indagini, l’ultimo passo prima della probabile richiesta di rinvio a giudizio del medico. La palla, a questo punto, passerebbe al giudice per le udienze preliminari, davanti al cui tavolo la vicenda potrebbe concludersi anzitempo, e con qualsiasi tipo di soluzione, o finire a processo: un processo, nell’eventualità del quale l’incidente probatorio consumatosi tra venerdì e ieri rappresenterebbe una sorta di antipasto dibattimentale.

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