A Monticchie filmati altri due caprioli

Gli esemplari si aggiungono alla femmina individuata a maggio

Alto, con le corna che solcano l’azzurro del cielo e le zampe affondate nell’erba.

È stato ripreso così, la mattina del 6 giugno, un esemplare maschio di capriolo. Con lo sguardo dritto e curioso puntato all’orizzonte. A riprenderlo è stata la web cam installata all’interno dell’oasi naturale Monticchie di Somaglia.

Il primo esemplare di capriolo era stato avvistato, all’interno dell’area protetta, alla fine di maggio. In quel caso si trattava di una giovane femmina. Era praticamente la prima volta, secondo le analisi della direzione dell’oasi, che il capriolo tornava nella Bassa dopo quasi un secolo di assenza.

Uno dei tre caprioli delle Monticchie: la foto è stata scattata dalle webcam dell’oasi

Nei giorni successivi, Luca Canova, direttore scientifico della riserva, e il suo staff hanno avvistato un’altra giovane femmina, ma le immagini riprese non erano così nitide. Il nuovo capriolo, invece, è apparso all’occhio elettronico in tutta la sua nitidezza, come in una foto d’autore.

«Si tratta di un subadulto maschio - spiega Canova - , si vede dalle corna. Avrà circa un anno e mezzo. Subito dopo il primo avvistamento della giovane femmina avevamo individuato un altro giovane maschio, la mattina del 16 giugno è arrivato questo. Se non si sono già riprodotti, il prossimo autunno saranno maturi per farlo. Sono contento anche per l’esito delle web cam. Ci stanno fornendo una serie di dati molto interessanti. Speriamo di usare le immagini per il museo naturalistico in allestimento». Canova è fiducioso che la popolazione di caprioli resti a Monticchie.

«Non hanno ragione per allontanarsi - commenta -. Non stimolano atteggiamenti aggressivi neanche negli agricoltori, non sono dannosi. Ci sono buone speranze che restino, perché questo è il loro ambiente ideale. Nel Lodigiano un posto migliore per loro non c’è. Avevo ipotizzato, dopo il primo ritrovamento, che questi ungulati che rappresentano una specie autoctona della Pianura Padana, nell’arco di tre anni, sarebbero tornati da noi per riprodursi, sono convinto che accadrà anche prima. Avevo già individuato delle feci di questi animali, però avrei anche potuto sbagliarmi, non ero sicuro che si trattasse di caprioli. Orme non si vedevano. Allora siamo andati a cercare la zona più adatta, quella nella quale avrebbero potuto essere se ci fossero stati e abbiamo posizionato la videocamera. La curiosità è stata soddisfatta. L’unico pericolo è che decidano di andare al Nord e finiscano sotto un’auto, ma non è una possibilità plausibile».

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