A Codogno una mano tesa per una 13enne ucraina che è scappata dalle bombe

Contributo della Fondazione Comunitaria per un progetto educativo: la ragazzina, che è affetta da una forma grave di autismo, è fuggita dall’Ucraina e ora potrà ricevere un aiuto concreto

Oggi la 13enne Alla trascorre il suo tempo a disegnare e riesce a stare seduta. Proprio così: seduta. A Codogno, alla cooperativa Amicizia, la ragazzina ucraina affetta da una grave forma di autismo, ha trovato finalmente un po’ di pace. E non solo quella lontano dalle bombe, ma di un luogo accogliente dove c’è chi si occupa di lei. In Ucraina la madre Vittoria ha lasciato il cuore, lo scorso aprile quando ha preso con sé la figlia ed è fuggita per venire in Italia. Il Covid le ha portato via i genitori, e il compagno e il fratello sono stati mandati al fronte. Così ha deciso di fare fagotto e partire. Ora il consiglio di amministrazione della Fondazione Comunitaria di Lodi presieduto da Mauro Parazzi, accogliendo il suggerimento del Comitato di gestione del Fondo Accoglienza Ucraina creato insieme alla Caritas e al quotidiano Il Cittadino di Lodi, con il sostegno di Fondazione Cariplo, ha destinato 15mila euro al progetto “Ti Tendo la Mano” e grazie a questo aiuto la 13enne potrà avere un progetto educativo individualizzato, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 16, con attività educative e ricreative funzionali al suo sviluppo e al miglioramento della sua qualità di vita. «Ho conosciuto Vittoria e sua figlia Alla dopo alcuni contatti che avevamo avuto con Caritas e riguardavano un altro nucleo familiare, con un bimbo piccolo - racconta la direttrice della coop Amicizia, Monica Giorgis -. Quella famiglia alla fine non si è trasferita, mentre sono arrivate loro, che dovevano lasciare il Paese dove non riuscivano a sopravvivere».

Con l’aiuto del parroco e della Caritas è stato trovato loro un appartamentino e Vittoria, che è un medico neurologo, si arrangia con qualche lavoretto ed è decisa a rimanere in Italia. La coop Amicizia la sta aiutando ad avere una pensione d’invalidità per Alla. «Inizialmente non è stato semplice perché la ragazzina non parla e dialoga solo attraverso immagini, mentre la madre non conosceva l’italiano – insiste Giorgis -. Dapprima comunicavamo usando Google traduttore o grazie all’aiuto di una signora ucraina, che faceva da interfaccia. La prima preoccupazione è stata offrire ad Alla una forma di assistenza in uno spazio protetto, cosa di cui ci siamo occupati come Cooperativa. Ogni servizio ha agito con solidarietà, offrendo spazi e sostegno alla ragazzina, ma anche il comune di Codogno e l’Ats sono stati contattati».

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