A Casale centrosinistra spaccato sulla biblioteca

La telenovela biblioteca arriva alla fine, o forse no: mercoledì sera la commissione è riuscita ad accordarsi, alla quarta seduta, sul nome del presidente. Ma la frattura emersa in seno alla maggioranza non sembra del tutto ricomposta e quattro membri del gruppo consiliare di maggioranza, tra cui il presidente del consiglio Paola Benelli e la capogruppo Emma Scolari, prendono le distanze da come è stata gestita la vicenda. Dopo che il candidato alla presidenza Filippo Lodigiani era stato fatto fuori (con l’altra commissaria Daniela Fregoni, entrambi nominati dalla maggioranza) con la revoca da parte della giunta, anche l’altro candidato Abdoulaye Mbodj, indicato dall’amministrazione e reintegrato nella commissione, restava schiacciato dalle polemiche.

Senza i precedenti contendenti in campo, tuttavia, la maggioranza si è ritrovata di nuovo mercoledì sera con due candidati: Mirangela Galazzi, votata dagli utenti, vicina alle posizioni del gruppo civico “Diventiamo la Casale che vogliamo” (sconfitto alle primarie del centrosinistra), e Angela Lazzari, nominata dall’amministrazione. Dopo un’ora di discussione anche molto accesa, su proposta dell’assessore Alberto Labbadini, si è scelto di dividere la presidenza: per due anni sarà alla guida Mira Galazzi e vice Chiara Posté (membro di minoranza), poi per gli ultimi due anni subentreranno Angela Lazzari come presidente e Laura Peviani (della minoranza) come vice. «Alla fine si è convenuto su un percorso condiviso che dà modo a tutti di dare il proprio contributo - dice Alberto Labbadini -. C’è stato forse un eccesso di esuberanza in alcuni passaggi, ma questo è anche un segnale della voglia di impegnarsi e di fare». La minoranza però non è dello stesso avviso: «Al caos politico si è accompagnata una gran confusione negli atti - dice il capogruppo leghista Flavio Parmesani -. Ci sono diversi profili di irregolarità: la nomina della commissione è stata fatta dalla giunta ma è di competenza del consiglio, da regolamento non si possono fare più di due mandati consecutivi ma il commissario Mbodj è al terzo, e infine la delibera di revoca e di nomina contiene errori formali. Al di là di questo, Casale avrebbe bisogno di una maggioranza che la guidi con idee condivise».

Oltre al pasticcio istituzionale, la frattura sembra politica. Ieri quattro consiglieri di maggioranza, Paola Benelli, Emma Scolari, Simone Peviani e Nicola Maj, hanno preso le distanze dalla vicenda, esprimendo solidarietà a Daniela Fregoni e Filippo Lodigiani e amarezza per l’accaduto: «Riteniamo che si sarebbero potute evitare maldestre procedure e perdite di tempo. Il senso di responsabilità con cui ci siamo accostati a questo mandato ci spinge a continuare ad adoperarci affinché metodi di trasparenza siano la cifra distintiva del prosieguo dell’attività amministrativa».

Il comunicato peraltro è una versione istituzionale di un documento interno al gruppo (e non reso pubblico) presentato dai quattro consiglieri e molto più duro, con accuse puntuali a una parte della maggioranza e della giunta: aver agito senza condividere con il gruppo consiliare scavalcando la capogruppo, aver prevaricato le competenze di democrazia interna del gruppo consiliare e della commissione stessa, non aver accettato l’iniziale proposta pacificatrice della presidenza a Mira Galazzi per poi rispolverarla mercoledì sera. La questione sembra orientata a rientrare «per senso di responsabilità», ma rimane «la totale disapprovazione rispetto a metodi utilizzati che hanno segnato irrevocabilmente lo spirito collaborativo».

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