Il campo c’è, ma non si può usare: «È una situazione paradossale»

Zelo, per problemi burocratici la società calcistica deve andare a Cervignano

Da cinque anni i calciatori di Zelo sono senza stadio e sono costretti a giocare in trasferta. Quando l’anno scorso sono stati conclusi i lavori per la realizzazione del nuovo impianto sportivo, le difficoltà sembravano ormai alle spalle. E invece dal 2019 ad oggi la società Zelo Buon Persico 1974 non sa ancora se potrà disputare le partite in casa o a Cervignano. «Noi vorremmo delle risposte, di fatto il bando per l’assegnazione si è concluso l’anno scorso, siamo stati gli unici a partecipare quindi siamo gli assegnatari della struttura – dice il presidente della società calcistica Natale Miragoli -. È trascorso un anno e ancora non sappiamo se potremo utilizzare il campo a Zelo. È una situazione paradossale». Tanto più che la prima squadra che milita in prima categoria dovrà dichiarare dove disputerà le partite casalinghe entro il 7 agosto per poi riprendere le attività il 13 settembre con la Coppa Lombardia e il 27 settembre il campionato. «Da parte nostra abbiamo mantenuto l’opzione sullo stadio di Cervignano dove abbiamo giocato lo scorso anno, nella speranza che in tempi brevi si sblocchi la situazione a Zelo – confida Miragoli -. Non conosciamo le motivazioni di questi ritardi, se non che si tratta di burocrazia, del passaggio di proprietà dopo la fine lavori al Comune che non è ancora avvenuta». «Noi abbiamo 180 iscritti, 170 sono zelaschi, gli altri vengono da Merlino, Comazzo e Paullo, si tratta di un patrimonio della comunità- sottolinea Miragoli -. Noi non siamo ancora entrati, non sappiamo nemmeno come poter procedere, ci sono state regalate una serie di mobili e attrezzature che ora sono in magazzino». Per risolvere questa situazione, lo Zelo Buon Persico 1974 ha invitato anche Striscia la Notizia. Da parte sua l’amministrazione attende che vengano superati alcuni aspetti tecnici per affidare definitivamente l’impianto sportivo. «Sto seguendo la questione – assicura il consigliere delegato allo Sport Massimiliano Vassura -. Vi sono alcune osservazioni espresse dall’ufficio tecnico propedeutiche allo sblocco di questa pratica».n

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