ZELO La gatta pelosa va all’attacco di una zona del paese

L’Hyphantria cunea ha infestato le piante e invaso le case di via Risorgimento

Un assedio lungo venti giorni e che non conosce cura. Gli abitanti di via Risorgimento a Zelo sono costretti a convivere con l’Hyphantria cunea, la larva urticante conosciuta anche come gatta pelosa, o camola, che ha infestato le piante e invaso le case.

«Non possiamo entrare nel condominio, che ci cadono addosso le camole - raccontano gli abitanti del palazzo al civico 12 di via Risorgimento -. Dobbiamo stare chiusi in casa. È una situazione assurda, che viviamo su tutta la via, dove ci saranno sette alberi che sono stati ridotti a scheletri ricoperti da ragnatele». Uno scenario spettrale dato dalla devastazione del verde, che s’avverte più qui che in altri quartieri di Zelo.

«Serve un intervento dell’autorità sanitaria, noi non siamo più tranquilli», si sfogano i residenti. Una donna è dovuta ricorrere alle cure mediche a causa di piaghe e pruriti causati dall’insetto, che è solo apparentemente innocuo. Porta invece molti fastidi. I peli da cui è ricoperto questo bruco hanno infatti un effetto irritante sulla cute e possono rimanere conficcati, proprio come piccoli aculei, scatenando una reazione cutanea che si manifesta con grandi chiazze pruriginose e, in molti casi, vescicole simili a scottature.

«Ci siamo rivolti all’ufficio ecologia del Comune, ma ci è stato detto che le disinfestazioni sono state fatte - riferiscono i cittadini -: se è vero, nessuno di noi se ne è accorto. Purtroppo ogni giorno è sempre peggio». Secondo quanto comunicato dall’ente, il 27 agosto sarebbe stato effettuato il quarto intervento di disinfestazione sulla via Risorgimenti con prodotti specifici per “proteggere” le alberature. Questo insetto, infatti, si arrampica sulle foglie, che sono il suo nutrimento. Il lepidottero defogliatore che, allo stadio larvale, si sposta in processione (da cui il nome “processionaria”) dai nidi simili a grossi gomitoli bianchi sui rami degli alberi per poi incrisalidarsi nel terreno. Quando camminiamo all’aria aperta, può accadere che uno di questi bruchi cada da un albero, piombandoci addosso ed entrando a contatto con la pelle del nostro viso, del collo, delle braccia o delle gambe. E a questo punto iniziano i guai.

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