Zelo, danno fuoco ai totem che ammoniscono di non buttare rifiuti sull’Adda

Delusione per i volontari che sulle spiagge hanno trovato anche siringhe usate

I totem anti-rifiuti sono stati trasformati in legna da ardere per alimentare i falò lungo l’Adda. Nel fine settimana, infatti, alcuni ragazzi si sono incontrati sui gerali e, a quanto pare, si sono anche divertiti a bruciare legna, tra Zelo e Spino. Come combustibile sono stati raccattati i rami che erano stati raccolti per la realizzazione delle sculture e tre totem. Un brutto colpo per Nicoletta Battistella e Leonardo Turi, che a marzo avevano dato vita ad un’opera di pulizia dell’ambiente, che era culminata con la creazione degli “Ecoguardiani”, ossia i manufatti di legno che sono stati installati accanto allo specchio d’acqua per invitare i visitatori a prendersi cura del fiume, a rispettarlo, a non abbandonare immondizia. Un messaggio reso ancora più esplicito dall’uso di cartoncini (poi sostituiti da tabelle di legno incise) che sono stati affisi su ogni figura mitologica intagliata, o presa in prestito da personaggi di film che in questo modo erano diventati “parlanti”. Queste opere d’arte all’aperto avevano riscosso molta attenzione e anche successo, perché effettivamente le spiagge erano davvero più pulite dopo la posa dei nuovi “custodi” a vigilare. «Purtroppo, nelle ultime notti si sono verificati due spiacevoli episodi – spiegano Turi e Battistella -: i falò che hanno distrutto parte del nostro lavoro. L’unica nota positiva è che non sono stati abbattuti gli ecoguardiani che avevamo piantato a terra». Chi è stato? «Non sappiamo se si tratta delle stesse persone per i due incendi, probabilmente no, ma in un caso abbiamo trovato una barriera di sassi posti in circolo e nel mezzo la legna bruciata - raccontano Turi e Battistella -. Domenica mattina, quando siamo arrivati all’Adda, le braci erano ancora calde. E nel pomeriggio, la cosa più inquietante, è che un gruppo di dieci ragazzi si è ripresentato all’Adda e hanno detto che volevano scarabocchiare con un pennarello i cartelli». Non che Battistella e Turi non si aspettassero che le sculture potessero essere vandalizzate. «Sapevamo che poteva accadere ma dispiace il modo e l’incuranza dell’azione, come se il messaggio con cui è nata questa iniziativa non fosse stato colto – affermano Battistella e Turi -. Prendiamo inoltre atto che per la prima volta durante la raccolta dei rifiuti abbiamo trovato anche delle siringhe».

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