Zelo, a tredici anni dal crollo, ancora nessun futuro per l’antica ghiacciaia

Due le opzioni: ricostruirla oppure gettare via le macerie per poter posteggiare più auto

Che ne sarà dell’antica ghiacciaia di Zelo? Tredici anni dopo il primo crollo e sette dopo la seconda implosione, avvenuta senza un colpevole, restano solo le macerie del simbolo storico dell’agricoltura contadina. Una sorta di igloo in mattoni, antesignano dei moderni frigoriferi, un tempo diffusissimo nel Lodigiano e nel Sudmilano e attualmente quasi scomparso ovunque. Bastava riempirlo di neve d’inverno, e il fresco era assicurato per div ersi mesi, anche per conservare la carne.

Ecco perché il destino della ghiacciaia di Zelo è un tema caro ai più, che dopo tanti anni, sicuramente troppi, non è ancora stato scritto. Le opzioni sono due: o la ricostruzione di questo elemento architettonico, come preziosa vestigia del passato contadino da valorizzare, oppure la definitiva rimozione delle macerie e l’allargamento della strada e dei parcheggi sul via Lombardia. «È evidente – ammette l’assessore Sergio Groppaldi – che l’area non può rimanere così com’è: un perimetro transennato tra rottami e rifiuti. Tra l’altro, qualche giorno fa è caduta una trave dalla vicina cascina all’interno sulla ghiacciaia. Si creano situazioni di pericolo e di degrado, anziché di valorizzazione del nostro patrimonio».

Ma, nonostante le premesse, l’amministrazione comunale non ha un vero e proprio piano d’azione. «Non possiamo averlo, perché ancora non sappiamo se l’area è sotto sequestro oppure no. Nessuno ce lo ha comunicato. Da questo punto di vista è mia intenzione chiedere l’intervento della Sovrintendenza per capire cosa è possibile fare per risolvere un problema ormai annoso».

Allo stato attuale vi è una sentenza di piena assoluzione per non aver commesso il fatto emessa nei confronti di Angelo Maestri, assessore ai Lavori pubblici all’epoca dell’incidente: il crollo della struttura era avvenuto durante le operazioni di manutenzione eseguite sulla strada nel 2013. Negli atti del procedimento non è mai emersa l’esistenza di un atto di sequestro, che comunque terminato il procedimento dovrebbe in ogni caso essere estinto. Un aspetto che verrà chiarito dal legale incaricato dall’amministrazione di Zelo, che dovrà appurare se l’ente potrà godere della piena disponibilità del bene, o se vi sono ancora “carichi pendenti”. Di proprietà dell’ex Ospedale Maggiore, la ghiacciaia era infatti stata acquisita al patrimonio comunale nel 2001 per farne un elemento qualificante nel centro storico di Zelo, ma fino a oggi ogni operazione di recupero è miseramente fallita.

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