Welfare, l’assessore Boscagli a Lodi

Si è svolta oggi a Lodi la quarta tappa delle consultazioni con istituzioni locali, sindacati associazioni imprenditoriali, organizzazioni di categoria, enti non profit e del volontariato e cooperative, attraverso cui Regione Lombardia vuole stabilire principi e azioni per una riforma complessiva del sistema di welfare. All’appuntamento, promosso e coordinato dall’assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli, si è tratto un primo bilancio sul giro di consultazioni e si è analizzata la situazione locale, ricordando il ruolo svolto dalle Asp (Azienda Servizi alla Persona) e sottolineando il ruolo del Comune di Casalpusterlengo, dove da luglio è partita la sperimentazione del ‘Fattore Famiglia’. «Regione Lombardia ha avviato questo percorso per scrivere il ‘Nuovo Patto per il welfare’ - ha detto l’assessore Boscagli -, perché il Paese è in affanno, soprattutto per quanto riguarda la spesa sociale, e occorre quindi ripensare il sistema, tenendo inoltre conto del cambiamento demografico dovuto a una diminuzione delle nascite e a un aumento della popolazione anziana. Se da un lato abbiamo pensato a una riorganizzazione, dall’altro abbiamo cercato di mettere in campo, nonostante i tagli, più risorse possibili. «Con l’introduzione del ‘Fattore Famiglia lombardo’ - ha sottolineato Boscagli - cerchiamo di superare i limiti dell’Isee, che non tiene conto della reale carico di cura svolto dalla famiglia. Il ‘Fattore Famiglia’, che, in questa provincia, sperimentiamo a Casalpusterlengo, è invece una reale fotografia della realtà, che tiene conto, in maniera efficace, di tutte le componenti, come ad esempio una situazione di cassa integrazione o la presenza di una persona con disabilità. Al momento lo stiamo sperimentando in 15 Comuni, sia piccoli sia medi». «Nel territorio del Lodigiano - ha detto in conclusione Boscagli - sono presenti tre Asp (Lodi, San Colombano al Lambro e Casalpusterlengo), che da tempo stanno affrontando un percorso per realizzare un’unificazione, tema sul quale noi siamo favorevoli. L’Asp unica porterà a un risparmio in termini di costi e personale. Credo che nel territorio di Lodi, con la presenza di 61 Comuni, ci siano le condizioni per avere un’Asp unica, che rimarrà fisicamente distribuita nei tre Comuni, ma con un unico Consiglio di amministrazione e un’unica gestione, che potranno sicuramente consentire di ridurre i costi. Auspico che, entro l’anno, i soggetti interessati comincino a lavorare per portare a casa l’obiettivo, anche in vista della riforma del welfare».

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