Vizzolo, raccolte 134 sacche di plasma iperimmune covid, curati 12 pazienti

L’ospedale del Sudmilano entra nella sperimentazione Tsunami di Aifa e Iss

Un progetto partito a inizio estate, una speranza che contribuisce ad aumentare la conoscenza e la capacità di contrastare una malattia di cui ancora poco si conosce, e la volontà di proseguire con costanza e determinazione sulla strada imboccata. Continua, da parte dell’attivissimo centro trasfusionale dell’Asst Melegnano Martesana, l’attività di raccolta e lavorazione del “plasma iperimmune”, considerata una delle terapie più promettenti per i malati di Covid. Ad aumentare l’impegno del centro trasfusionale, spiega la dottoressa Elena Mauro, braccio destro del primario Giuseppe Pugliese, è la conferma della strettissima collaborazione con i gruppi Avis del territorio che fin dall’avvio del progetto avevano coinvolto i donatori di plasma. «L’attività di screening, che da inizio giugno ha interessato, su base volontaria, 328 persone, tutti convalescenti in fase di guarigione - spiega Elena Mauro - concentrandola su donatori di plasma che hanno dato la loro disponibilità, è stata recentemente estesa anche ai donatori di sangue. In questo modo abbiamo esteso il ventaglio di possibile raccolta».

Obiettivo, proseguire sulla strada imboccata con convinzione da Asst Melegnano Martesana, che è anche tra le aziende selezionate per il progetto Tsunami, il trial nazionale approvato dall’Agenzia Italiana del Farmaco e dall’Istituto Superiore di Sanità per valutare l’efficacia del trattamento con plasma iperimmune. Il progetto Tsunami - acronimo di TranSfUsion of coNvaleScent plAsma for the treatment of severe pneuMonIa - coinvolge istituti clinici e di ricerca su tutto il territorio nazionale, a cominciare da quelli che sin dall’inizio di marzo ne stanno già valutando a livello locale l’efficacia, ed ha come coordinatori l’azienda ospedaliero-universitaria di Pisa e il Policlinico San Matteo di Pavia.

A oggi, fanno sapere dal centro trasfusionale del Predabissi, sono una sessantina i donatori “arruolati”, che hanno permesso di raccogliere 134 sacche da 600ml (la dose singola per il trattamento è di 300 che sono state inviate al centro raccolta del Policlinico di Milano. Sono invece una dozzina, fino ad oggi, i pazienti trattati “in sede”, negli ospedali dell’Asst, con risultati confortanti.

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