Vizzolo piange don Pier Torriani:il parroco stroncato da un tumore

Tutta Vizzolo Predabissi si è svegliata ieri mattina con una bruttissima notizia: don Pier Torriani, parroco di Santa Maria Assunta di Calvenzano, è morto a soli 48 anni di età. Il parroco è stato vinto da un male incurabile, rapidamente diagnosticato pochi mesi fa ma purtroppo progredito sino all’ultimo ricovero presso l’ospedale San Raffaele. Lo sconcerto della comunità si è tradotto immediatamente nel cordoglio di tutti, dalle istituzioni alle realtà associative sino ai cittadini attoniti per la perdita di una figura che nel giro di pochi anni si era inserita perfettamente nella vita del comune. Al loro dolore domani mattina si aggiungerà quello del cardinale arcivescovo Dionigi Tettamanzi. A Vizzolo arriverà il cardinale, che officerà il rito funebre assieme ad altri sacerdoti nei pressi della chiesa cluniacense di Calvenzano presso la quale è allestita la camera ardente. Il conforto portato dal pastore della chiesa ambrosiana al difficile momento dei vizzolesi non è l’unico segno esteriore di partecipazione deciso in queste ore. L’amministrazione comunale ha proclamato tre giorni di lutto cittadino. Le esequie saranno all’aperto presso il Centro parrocchiale, considerata l’affluenza di partecipanti che prevedibilmente sarà elevata. Dalle 10 alle 13 di domani i negozi abbasseranno le serrande con un minuto di silenzio osservato nei luoghi pubblici. È veramente un colpo durissimo per tutti, l’annuncio che don Pier, nato a Rho nel 1963, ordinato nel 1987, non è più coi suoi concittadini. Le notizie che arrivavano negli ultimi giorni dall’ospedale non erano buone, ma qualcuno sperava. Invece mercoledi sera si è saputo del peggio. «Don Torriani, a Vizzolo da sei anni, era diventato una figura determinante e cruciale per l’animazione religiosa, la socialità e la vita comunitaria del paese - così il sindaco Mario Mazza, che è andato subito alla camera ardente - dietro certi aspetti apparentemente burberi della persona c’era un uomo bonario innanzitutto, e un uomo di fede che aveva perfettamente interpretato la Chiesa di linea “martiniana” in dialogo con i laici, la modernità, la multiculturalità, incarnata ad esempio dagli incontri ecumenici di Taizè ». Il contrasto lacerante fra il fulmineo “calvario” della malattia (lui stesso l’aveva definito così ai suoi fedeli, nda) e l’immagine di questo parroco che amava scherzare sulle sue stesse dimensioni fisiche, che si era iscritto a Facebook dove lascia 1340 amici, che amava lanciare qualche frecciata agli interisti, con la profonda umanità di chi interpreta una fede moderna, non se ne andrà presto dal cuore dei vizzolesi e di tutti quelli che l’hanno conosciuto. Dall’arcivescovo di Milano si attendono quelle parole che diano un po’ di luce ai giorni bui.

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