VIDARDO Così il Pellicano ha affrontato la battaglia del lockdown

Per fortuna nessun contagio in comunità, i laboratori sono tornati a popolarsi

«Non eravamo preparati a ciò che ha comportato la pandemia e ci siamo ritrovati di punto in bianco “prigionieri” tra le stesse mura della comunità».

Dalle parole di Peppo Castelvecchio, alla guida della comunità terapeutica Il Pellicano di Castiraga Vidardo, riemergono tutte le vicissitudini affrontate da quel fatidico 21 febbraio, durante il primo serratissimo lockdown che ha cambiato le sorti di tutti noi.

Un’intera organizzazione da rivedere, una comunità da riadattare con la possibilità di camere per isolare eventuali casi positivi e tutti i servizi a favore dei residenti da rimodulare, garantendo al contempo distanziamenti e la massima igiene di tutti i locali.

«Era tutto un continuo prevedere attenzioni e accorgimenti perché il virus non si diffondesse e, grazie ad un ottimo lavoro di tutti, non si sono verificati focolai come invece, purtroppo, si è verificato in altre strutture residenziali».

E ora che lentamente si è tornati a riprendere in parte le attività previste, gli ospiti sono tornati a popolare i laboratori di falegnameria e a dedicarsi alle pratiche di apicoltura e ciclofficina. «Stiamo ripartendo anche con gli orti sociali che garantiscono distanziamento e la sicurezza di un’attività da svolgere all’aria aperta. Per quanto riguarda invece le attività “indoor”, abbiamo disposto paraventi e divisori in grado di tutelare i partecipanti alle attività».

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