Via libera ai fucili per fermare le volpi

Sempre più frequenti gli avvistamenti, la Provincia interviene

Vita dura per le volpi del Lodigiano: minore emissione di piccola selvaggina di pronta caccia, recinzioni apposite per gli animali di bassa corte e smaltimento degli scarti di allevamento e di produzione umana in genere. E se non sarà sufficiente, lo sparo. Sono le linee-guida del piano di contenimento della volpe che la provincia di Lodi ha deciso di attuare nell’ambito del protocollo d’intesa siglato in primavera con l’Istituto per la Protezione dell’Ambiente, l’Ispra.

Dal 2005 il monitoraggio della volpe (che è animale cacciabile) è costante nel territorio, con regolari avvistamenti notturni, in primavera e in autunno, da una decina di capi fino a 25 nell’ambito di uscite singole. Negli ultimi sei anni fino al 2009/2010 la caccia della volpe ha riguardato in provincia di Lodi una media di 137 esemplari l’anno, con un massimo di 179 individui nella stagione 2008/2009 e un minimo di 108 nel 2009/2010. La maggior presenza in avvistamento è stata rilevata nelle aree di Mulazzano a Nord di Lodi e nella fascia centrale del Lodigiano tra Massalengo, Borghetto, Brembio e Mairago. In realtà però è impossibile definire una zona di predilezione della volpe e lo dice anche l’Ispra: «La provincia di Lodi risulta altamente vocata per la specie, che si può ritenere presente su tutto il territorio, con la sola eccezione dei maggiori centri urbani». Il piano di contenimento che ha avuto il via libera dalla Provincia prevede una prima fase di attuazione attraverso metodi ecologici. Innanzitutto si attuerà una progressiva riduzione delle immissioni di piccola selvaggina di qualunque origine, allevata in cattività o di importazione, la cosiddetta selvaggina di pronta caccia, facilmente predabile dalla volpe. Quindi si incentiverà la stabulazione degli animali di bassa corte, almeno notturna, con recinti adatti a evitare lo scavo e l’ingresso della volpe. Infine grande attenzione dovrà essere riposta nello smaltimento degli scarti degli allevamenti e dei rifiuti di origine umana. Solo dopo l’attuazione di queste misure e su specifica indicazione operativa della polizia provinciale di Lodi, ci sarà il ricorso allo sparo al quale potranno partecipare la stessa polizia locale, le guardie venatorie volontarie e i selecontrollori abilitati dalla provincia. «Non possiamo che essere soddisfatti: si va verso l’attuazione del piano di contenimento della volpe, un provvedimento fra i più attesi dal mondo venatorio lodigiano - dice l’assessore Matteo Boneschi -. Il piano rappresenta una delle fasi operative previste dal protocollo che la Provincia ha sottoscritto con Ispra per ridurre i danni causati da alcune specie selvatiche sul territorio. È un accordo quadro all’interno del quale la provincia può attivare piani di contenimento senza ogni volta richiedere un parere, con uno snellimento dei tempi e una riduzione della burocrazia. Dal punto di vista ambientale, il piano riguardante la volpe mira a mantenere un ecosistema equilibrato nel territorio e prevede nella prima fase l’adozione di metodologie di contenimento ecologiche e non cruente».

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