Via al crocifisso, una nuova battaglia “civile”

Ci risiamo! Quello del prof. Coppoli è proprio un vizio duro a morire. Franco Coppoli, attualmente in servizio come docente di Italiano e Storia presso l’Istituto Tecnico Economico e per Geometri «Allievi-Da Sangallo» di Terni, è destinato a godere ancora una volta di una certa popolarità. Uomo di fama e di ventura il nostro professore, infatti, passa la sua vita professionale tra un Istituto e l’altro a scontrarsi con il crocifisso appeso alle pareti delle aule. Sarà perché gli è antipatico, sarà perché non è ancora spiritualmente convinto della sua presenza tra noi, lui con il buon Pastore messo in croce non va proprio d’accordo. E’ passato, infatti, agli onori della cronaca come il prof. castiga-crocifisso. L’ultima boiata pazzesca risale a fine gennaio. Abituato com’è a rimuovere crocifissi appesi ai chiodi delle pareti delle aule Dalla prima paginaVia al crocifisso,una nuovabattaglia “civile”con un semplice gesto, stavolta è andato oltre fino a trasformarsi in una specie di «muratore didattico». All’«Allievi-Da Sangallo» i crocifissi, infatti, sono attaccati alle pareti con viti a pressione o con particolari colle, (contromosse del preside? Chissà!). Ma il nostro eroe non si è perso d’animo. Che ti fa? Quello che in simili casi c’è forse da aspettarsi. Ha divelto con forza, senza pensarci su due volte, i crocifissi dalle pareti delle sue aule durante le lezioni, in presenza dei suoi allievi, incurante dei danni che la sua azione poteva provocare. Ma Coppoli, che è anche una persona per bene, si è immediatamente prodigato a rimettere a posto le facciate rovinate con piccoli lavori di ripristino dell’intonaco e sempre durante le sue ore di lezione. Naturalmente anche questa volta il suo gesto non poteva passare inosservato e, infatti, gli è stata comminata dal preside una sanzione disciplinare non solo per la rimozione, “motu proprio”, del crocifisso dalle pareti delle aule, ma anche per i danni arrecati alla struttura muraria. Per questo è stato chiamato a rispondere anche di danneggiamento di pubblica struttura. In parole povere il nostro buon Coppoli, suo malgrado, è nuovamente salito alla ribalta. Non passa anno che non finisce ai vertici dei mass-media oltre che nelle attenzioni delle cronache locali. E’ stato così anche nell’aprile dello scorso anno quando si oppose alla polizia impegnata in azioni di controllo nelle scuole di Terni con i cani antidroga. Lui non consentì agli agenti, sia pure autorizzati dal preside, ad entrare in aula durante la sua ora di lezione, ritenendo tale azione «un evento repressivo privo di logica». Di questo suo comportamento si disse subito pronto a rispondere davanti al capo d’istituto. Il preside, naturalmente, non se lo fece ripetere due volte. Detto, fatto. Altra sanzione disciplinare. Come si vede siamo di fronte a un docente che ha un’idea tutta sua sul rispetto dei ruoli e delle responsabilità dei singoli. Questo professore, a cui manca solo che venga intervistato da Bruno Vespa a “Porta a porta” o che vada come ospite da Michele Santoro a “Servizio pubblico” o da Corrado Formigli in “Piazza Pulita”, ama sfidare le istituzioni e quelli che le rappresentano. Sfida tutti i presidi delle scuole dove si ferma una volta trasferito; sfida le istituzioni giudiziarie che nel frattempo si sono espresse, a suo sfavore, sulla questione del crocifisso; sfida persino gli organi di polizia autorizzati dal preside in una normale azione preventiva e di controllo antidroga nella scuola. E dire che ha già subito, nel recente passato, una sospensione dal servizio con interruzione dello stipendio per un mese proprio a seguito di queste sue stravaganti comportamenti. Dovesse arrivare da me, ho già pronto l’antidoto per tenerlo a bada. Lo manderò a insegnare in un’aula con un crocifisso incastrato nella parete, protetto da un vetro antisfondamento con Gesù che s’illumina ogni volta che tenta di rompere il vetro. Va detto ad onor del vero, che Coppoli non viene mai lasciato solo a difendersi. Al suo fianco scendono in campo ora l’associazione degli agnostici, ora quella degli atei, ora il sindacato e sono convinto che anche il nostro buon Pastore, se gli fosse consentito, sarebbe pronto a scendere dalla croce per dargli una mano. Certamente abbiamo a che fare con un docente sui generis, dai vaghi concetti di legalità e rispetto delle leggi, irrequieto fino a farsi punire pur di non mostrare alcun dubbio sulle proprie convinzioni. Per Bertrand Russel, filosofo inglese, «il problema dell’umanità è che gli stupidi sono strasicuri e gli intelligenti sono pieni di dubbi». Lui dice che le sue sono battaglie civili. Per me sono solo tentativi tragicomici per passare alla storia e magari guadagnare un tal livello di fama da diventare, perché no, Onorevole della Repubblica. Non esagero. Nel nostro recente passato è successo di peggio. L’On. Ilona Staller, in “ars amandi” Cicciolina, ad esempio, riscuote attualmente un vitalizio, come ex parlamentare, per l’apporto dato alla società sia pure in una sola legislatura! Spero che delle “battaglie civili” di Franco Coppoli la cronaca ne parli sempre meno. Sono soggetti dai comportamenti inusuali, convinti come sono che il modo migliore per raggiungere la celebrità sia quello di esaltare le proprie “gloriose” imprese, di continuare a compiere azioni eclatanti come quelle di staccare continuamente crocifissi dalle pareti delle aule scolastiche pur sapendo i rischi a cui si va incontro. L’analisi sociologica ci dice che questi soggetti vanno continuamente alla ricerca di notorietà. E la storia è piena di simili esempi. Uno per tutti è quello di un tal Erostrato da Efeso, un vecchietto arzillo, stravagante e irreverente con un chiodo fisso nel cervello: diventare famoso presso i suoi contemporanei e passare alla storia in sempiterna memoria. Di qui la “brillante” idea di incendiare una delle sette meraviglie del mondo: l’imponente e celeberrimo tempio di Artemide, dea della caccia, orgoglio e vanto di Efeso. Ci riuscì. A misfatto compiuto non solo fu condannato a morte, ma si decretò anche che il suo nome non venisse tramandato ai posteri. Invano. Anch’io oggi ne parlo grazie al ricordo che di lui danno antichi scrittori come Eliano, Strabone e Solino. Non vorrei che qualcosa del genere possa accadere anche al nostro Franco Coppoli.

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