Venduti per un piatto di lenticchie

Siamo alla follia pura. Nel nome dell’antipolitica e di abbasso la casta, si svuotano le Province e sarà pure vietato ricordarne il nome, tanto da pensare di eliminarlo anche dalla Costituzione: quasi fosse una sciagura. Centocinquant’anni di storia buttati nel dimenticatoio, in cambio di cosa? Un piatto di lenticchie, il valore del “risparmio” che, a conti fatti, non arriverà neanche a tanto! Torna il centralismo, spariscono le autonomie, aumentano i costi e i servizi ai cittadini saranno sempre meno. Basterebbe solo un po’ di buon senso. Riorganizziamo le Province lasciando solo quelle competenze che Stato e Regioni hanno delegato loro per legge: istruzione, edilizia scolastica, formazione professionale, ambiente, viabilità, pianificazione territoriale. Tanto per citare le principali che incidono sulla vita dei cittadini.Un motivo ci sarà, se Stato e Regioni hanno delegato: semplicemente non ce la fanno a organizzare questi servizi, dato che sono enti legislativi. E la classe politica delle Province, legittimamente eletta dai cittadini, pianifica ed eroga questi servizi. E al termine del mandato viene sottoposta al vaglio degli elettori, venendo rieletta o mandata a casa. Questa è democrazia. Ma ora? Prendiamo la città metropolitana. Il sindaco della città capoluogo governerà con altri sindaci delle città più grandi e non verranno neanche pagati, perché sta passando questo messaggio pericoloso: la politica non è che un riempitivo, una persona può benissimo fare al contempo il sindaco nel suo paese e governare anche la città metropolitana. Naturalmente gratuitamente perché la casta guadagna già abbastanza. Ma per “casta” intendo chi percepisce decine di migliaia di euro al mese, vitalizi, benefici e accumula cariche su cariche. Smettiamola con la demagogia e le false informazioni. Fare il presidente di Provincia,o il sindaco,o l’assessore o il consigliere richiede, se fatto bene, dedizione totale. È un lavoro delicato e impegnativo, perché oltre a concretizzare gli impegni del programma elettorale, tutti i giorni si ha a che fare con i problemi dei cittadini, che non vanno assolutamente sottovalutati. Bisognerebbe applicare il detto che tutti auspicano ma che nessuno applica: “un culo una cadrega” (sedia) e pagare bene chi decide di dedicarsi a tempo pieno a questa missione. Invece, svuotando le Province di persone elette e di programmi elettorali, e mettendone a capo più sindaci non eletti dai cittadini, senza retribuzione ma con tanta responsabilità, questi di chi faranno l’interesse? Del territorio provinciale, del loro comune, dei comuni più piccoli che non vengono neanche rappresentati o di Milano e basta? La delega all’Istruzione ed Edilizia scolastica della Provincia di Milano, assegnata dallo Stato con Legge 23/96, comprende:• 110 scuole superiori (licei, istituti tecnici e professionali);• 160 edifici (sedi centrali e distaccamenti) di cui occorre garantire: manutenzione ordinaria e straordinaria, sicurezza, riscaldamento, utenze, arredi;• nuove costruzioni e ampliamenti;• palestre e centri sportivi (aperti al territorio in orario extrascolastico);• personale dei centri scolastici;• programmazione educativa con assegnazione di nuovi indirizzi di studio;• orientamento scolastico in entrata e in uscita.Risorse assegnate dallo Stato per le attività delegate: zero! Risorse della Provincia di Milano impegnate per Istruzione ed Edilizia scolastica, solo per l’anno scolastico 2013-2014 oltre 80milioni di euro. A voi l’ardua sentenza. Io penso che almeno un piatto di lenticchie ci resterà. Ma forse neanche quello!

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