Vaccini covid, la Regione insiste: «Campagna lombarda conclusa entro giugno». Bertolaso: «Siamo in guerra». Il lodigiano Foroni in prima linea

Le nuove strategie: acquisto di ulteriori dosi e marche e somministrazioni anche nel week end coinvolgendo gli specializzandi

Mitigazione e contenimento dei contagi, individuazione dei punti vaccinali, campagna massima da concludere entro sei mesi fatta salva la disponibilità dei vaccini, un Tavolo tecnico con Ministero della Salute, Aifa, Istituto Superiore della Sanità, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) e quattro Regioni, compresa la Lombardia per imprimere più rapidità alle decisioni senza agire in base a compartimenti stagni. E ancora: possibilità di coinvolgere gli specializzandi per la somministrazione dei vaccini il sabato e la domenica, dietro compenso, e la possibilità di trovare altri vaccini all’estero o di favorirne la produzione in Italia, su licenza o incentivare la ricerca in Italia in modo da non essere più dipendenti da forniture estere. Queste le linee dell’aggiornamento del Piano vaccinale illustrate dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana insieme alla vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, all’assessore al Territorio e Protezione civile, Pietro Foroni e al responsabile della campagna vaccinale della Lombardia Guido Bertolaso.

«Si sta cercando di variare il progetto iniziale del piano vaccinale - ha spiegato il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana - andando a coprire maggiormente le zone che in questi giorni sono le più colpite dall’infezione, come Brescia e Bergamo. Questo è ciò che faremo ma è chiaro che per consentire questa operazione, serve che ci venga inviato un maggior contingente vaccinale». Domani il ministro Giancarlo Giorgetti incontrerà i rappresentanti delle aziende farmaceutiche italiane per discutere della produzione domestica del vaccino. «Le varianti - ha concluso Fontana - stanno imprimendo un’accelerazione inaspettata alla diffusione del virus e perciò stiamo improntando i nostri rapporti, anche con il Cts e con l’Iss, ad una maggiore velocità».

«Nel novembre 2020 - ha spiegato l’assessore al Welfare Letizia Moratti - Regione Lombardia aveva già individuato 66 strutture (hub) sulla base della copertura geografica e dalla specificità del territorio, della distribuzione della popolazione e della capacità di conservazione e gestione del vaccino. E anche strutture secondarie per la somministrazione (spoke), indicativamente 600, e le Rsa per la vaccinazione di ospiti e di personale sanitario. La delibera mira a concludere il processo di vaccinazione massiva entro giugno, compatibilmente con la disponibilità dei vaccini da parte della struttura commissariale».

A oggi sono tre i vaccini che hanno ricevuto l’autorizzazione all’immissione in commercio: PfizerBionTech (21/12/2020), Moderna (06/01/2021) e AstraZeneca (29/01/2021). Pfizer e Moderna prevedono una seconda dose da fare a una certa distanza l’una dall’altra. AstraZeneca una somministrazione a distanza, «che intendo dettagliare» ha detto Moratti.

«Sempre sull’argomento vaccini - ha ricordato l’assessore al Welfare - abbiamo richiesto di poter avere, sempre sulla base delle esperienze di altri Paesi, per chi ha contratto malattia, la somministrazione a 6 mesi di distanza, o comunque se necessaria la seconda dose a partire dal sesto mese dalla prima somministrazione. E abbiamo richiesto di poter validare, ampliando la possibilità di averne dei nuovi, i vaccini che sono già stati validati nei loro Paesi e sono già attivi in altri Paesi. Sugli allestimenti dove erogare i vaccini abbiamo ipotizzato - ha detto l’assessore al Welfare - diversi moduli da 400 a 1000 mq, fino a quelli da 15 mila metri quadrati. Abbiamo indicato inoltre - ha aggiunto Moratti - il fabbisogno di personale aggiuntivo. Si occuperanno delle vaccinazioni, in primo luogo, i dipendenti dei servizi vaccinali delle Asst stabilmente impegnati in questa attività. Quindi stiamo reclutando del personale aggiuntivo, come:’professionisti somministranti’ con bando della struttura commissariale, liberi professionisti incaricati con i bandi regionali e aziendali, medici di medicina generale (Mmg) nei termini e alle condizioni previste dagli appositi accordi, ricorso alle prestazioni aggiuntive per il personale dipendente, e ancora personale infermieristico e operatori sociosanitari, col coinvolgimento di specializzandi e volontari». La campagna costerà 214 milioni di euro alla Regione. «In questo complesso di iniziative - ha concluso l’assessore - svolgerà un grandissimo ruolo la Protezione civile per la quale possiamo contare su numero significativo di volontari».

In prima linea per la rimodulazione del Piano vaccinale anche Guido Bertolaso, chiamato dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e dalla vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti per il coordinamento della campagna di somministrazione.«Con grande umiltà - ha detto Bertolaso - stiamo verificando se anche da noi è replicabile l’esperienza fatta in Gran Bretagna e in Israele. Siamo in tempo di guerra: la variante inglese non si sta diffondendo solo in provincia di Brescia, bisogna rallentarla».

Sul tema è intervenuto anche l’assessore al Territorio e Protezione civile della Regione Lombardia Pietro Foroni, di Maleo: «All’interno di questa delibera la parte che per me più è importante - ha sottolineato - è che viene ratificata la linea di comando a livello di sistema di Protezione civile che nel nostro mondo è qualcosa di fondamentale. La funzione di Protezione civile regionale - ha chiosato - è infatti delegata storicamente alle Province e quindi è proprio prevista una catena di comunicazione fra l’autorità sanitaria locale, l’Ats e il responsabile provinciale di Protezione civile che viene individuato in modo da avere una organizzazione coordinata, programmata e organizzata sul territorio a seconda delle varie esigenze»

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