Una scoperta storica: Porta Regale risale al Cinquecento

L’intervento di restauro promosso da Lodi Murata smentisce l’ipotesi di una totale ricostruzione datata 1958

I restauri di Lodi Murata svelano meraviglie, e non solo sottoterra: la scoperta annunciata ieri, infatti, è legata a Porta Regale, e racconta un altro elemento importante della città di Lodi.

«Si è sempre pensato che la Porta Regale fosse stata ricostruita nel 1958 – racconta l’ingegner Sandro De Palma di Lodi Murata - I lavori di restauro in corso smentiscono tale ipotesi: la struttura è completamente originale, cinquecentesca, sono stati ricostruiti in parte solo i due portali. Il resto del manufatto risulta costituito da setti murari antichi, così pure le scale di discesa ai sotterranei e la pavimentazione. In realtà, questa non era la Porta Regale vera e propria, che sorgeva in corrispondenza di via dell’Acquedotto e consentiva di entrare in città, ma era la porta di accesso al castello».

La porta fu salvata dall’ingegnere del Comune Vaghi, che si oppose alla sua distruzione ai tempi della costruzione dell’attuale istituto Bassi, ma si pensava che l’attuale conformazione fosse opera di un intervento più moderno, invece De Palma spiega: «Tutti i serramenti, le aperture cinquecentesche, i mattoni confermano che l’opera è originale, con gli antichi bolzoni del ponte levatoio, e addirittura abbiamo trovato un eccezionale pavimento realizzato in ciottoli dell’Adda. Da lì scendono le scale originali che portano ai sotterranei».

La scoperta è qualcosa che ha riempito di emozione anche gli studiosi al lavoro sugli scavi: «Non cambierà il metodo con cui stiamo affrontando i lavori, sempre molto meticoloso. Ma ora proseguiamo con ancor più entusiasmo, sempre con lo stesso obiettivo: poter rendere queste meraviglie accessibili a tutti». L’intervento, inoltre, è un’operazione tesa innanzitutto a salvaguardare un’opera dall’incuria di secoli. De Palma racconta ad esempio la situazione di alcune stanze sotterranee messe a rischio da radici di alberi di grande diametro, che stavano minando l’integrità strutturale delle volte. «Abbiamo ripristinato le antiche volte, e rimetteremo anche a dimora nuovi alberi: non potevamo permettere che un’opera così importante si sgretolasse – racconta -. Quando riapriranno i passaggi, tutti potranno ammirare la bellezza di questi spazi. Ovviamente, ci saranno dei totem e delle guide che renderanno accessibile a tutti la comprensione di quanto stiamo riportando alla luce, contestualizzando le varie opere che raccontano la stratificazione della città nei secoli».

Queste sistemazioni hanno già attirato l’attenzione dei lodigiani, che non vedono l’ora di poter riscoprire la propria storia: sui social, ad esempio, moltissimi hanno fatto i complimenti per un lavoro che mira a valorizzare e tutelare uno degli elementi più singolari e affascinanti della città.

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