Un vertice sul futuro dell’ospedale di Codogno

Incontro tra il sindaco e il comitato di difesa degli ospedali della Bassa

Si è tenuto in municipio l’incontro tra il sindaco di Codogno Francesco Passerini e il dottor Gian Antonio Ongis, già medico del gruppo Avis di Casalpusterlengo e rappresentante di uno dei comitati per la difesa dell’ospedale di Codogno istituito diversi mesi fa di raccordo a diversi colleghi per tenere alta l’attenzione sul presidio cittadino dopo la chiusura continua dei reparti. «Un ospedale per acuti non può avere quattro sale operatorie di cui solo una in funzione qualche giorno la settimana - spiega il medico -. La sala di degenza cardiologica non esiste più, il punto nascite è stato chiuso e per ultimo è scomparsa anche l’ortopedia. Sappiamo tutti della carenza di medici che è un problema a livello nazionale, ma un ospedale non può dichiararsi tale con aperti solo chirurgia e medicina». Dunque l’appello rivolto, attraverso il sindaco Passerini, alle istituzioni: «Chiediamo che l’ospedale sia valorizzato affinché il sud lodigiano abbia un presidio per acuti adeguato».

E delle criticità con cui il personale sanitario si trova ogni giorno ad avere a che fare al nosocomio di Codogno, il dottor Ongis ha parlato per oltre un’ora con il primo cittadino. «Un incontro assolutamente cordiale. Il dottor Ongis mi ha illustrato alcuni loro riscontri, di persone che lavorano da tantissimi anni nell’ambito sanitario, e su più punti ci siamo trovati d’accordo - ha commentato al termine del colloquio il sindaco Passerini -. Abbiamo condiviso l’idea di lavorare al fianco, soprattutto in questo periodo post-emergenziale in cui il mondo sanitario è stato messo sotto pressione in modo incredibile e bisogna tenere conto dell’importanza della medicina periferica. Fui proprio io come presidente della Provincia a convocare la riunione davanti ai rappresentanti regionali alla fine del 2019, poi ci sono stati altri incontri a gennaio del 2020 fino a che è successo quello che tutti sappiamo ma si è trattato solo di un’interruzione del lavoro di valorizzazione del nostro ospedale che era iniziato. Da parte dei vertici c’è una volontà chiara d’investire sulle medicine del territorio».

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