Un patto per la sicurezza

alimentare

Sono sempre più numerose le famiglie italiane che, malgrado la crisi e le difficoltà economiche annesse, prestano grande attenzione alla ‘sicurezza’ degli alimenti che consumano. In inglese il termine ‘sicurezza’ si declina in due modi distinti: “food safety” e “food security”.Col primo si pone l’accento sulla qualità dei prodotti che finiscono sulle nostre tavole, mentre col secondo si indica la capacità di un Paese di essere autosufficiente sul versante della produzione dei beni primari.L’uno e l’altro richiamano la necessità di una agricoltura sostenibile, ma in grado di maggiori produzioni e di qualità sempre più elevata.Come ottenerle? Avvalendosi di tecnologie avanzate che limitino le inefficienze e gli sprechi che si verificano anche in agricoltura, avendo attenzione a dare regole precise, valide per tutti, al mercato alimentare.E’ in questa visione complessiva che Confagricoltura di Milano, Lodi, Monza Brianza ribadisce la necessità di un ‘patto per la sicurezza alimentare’ fra tutti gli operatori del settore, consumatori compresi.È un passo necessario per sostenere l’agricoltura di qualità assicurata in questi anni dalle aziende agricole italiane e lombarde, in vista anche dell’Esposizione Universale del 2015 in programma a Milano proprio in tema di alimentazione.E’ noto ormai a tutti che in Italia si concentra la maggior parte delle produzioni a denominazione di origine protetta, le cosiddette ‘dop’, prodotti che richiamano aspetti come tradizione e valorizzazione del territorio, valori e identità da difendere e migliorare.Si tratta di prodotti di assoluta qualità, imitati spesso nelle denominazioni ma non nella qualità in decine di Paesi stranieri, con pesanti riflessi negativi per i bilanci delle imprese italiane e per la salute dei consumatori.Ecco perché ritengo necessario un ‘patto per la sicurezza’ che consenta di aumentare la quantità dei prodotti pur continuando ad assicurare la loro qualità.Il nostro Paese è tra quelli che assicura il più rigido controllo sulla filiera alimentare tanto da essere indicato come modello per gli altri Paesi, anche se deve poi pagare lo scotto di costi più elevati, necessari per garantire cibo sano e sicuro.Non solo; per garantire futuro alle nostre imprese occorre anche rilanciare la produzione complessiva dei beni primari: oggi l’Italia è autosufficiente per quanto riguarda l’alimentazione solo per l’80% del suo fabbisogno.Come riuscire a garantire ‘qualità e quantità’ in una realtà come la nostra alle prese con fenomeni quali l’urbanizzazione spinta ed i cambiamenti ambientali?La risposta per Confagricoltura è una sola: rilanciare l’innovazione e la ricerca scientifica in agricoltura, con l’obbiettivo finale della “qualità nella quantità”.In questi ultimi anni ricerca e innovazione sono stati spesso considerati come qualcosa di alternativo all’agricoltura tradizionale.Come Confagricoltura vogliamo, invece, riaffermare con forza che innovazione e ricerca sono ineludibili per garantire prodotti assolutamente genuini ed affidabili.Si tratta, infatti, di riuscire ad avere piante più produttive che sappiano utilizzare al meglio le risorse primarie a disposizione – terra ed acqua –, riducendo nelle stesso tempo gli interventi esterni dell’uomo.Occorre, inoltre, sperimentare migliori tecniche di coltivazione ed irrigazione, nella consapevolezza che suolo ed acqua non possono essere ‘consumati’ all’infinito.Anche nel settore dell’allevamento, in particolare di bovini e suini, fiore all’occhiello del sistema agricolo lodigiano, è necessario applicare criteri nuovi per l’alimentazione degli animali con l’utilizzo di varietà vegetali sempre più attente alla loro salute; occorre, poi, usufruire degli strumenti che la genomica mette a disposizione per selezionare capi bovini e suini in grado di garantire prodotti di assoluta qualità.Ne siamo certi: solo da animali in salute si ottengono prodotti primari di assoluta qualità. Alimenti sani per tutti, a prezzi contenuti: questa è la grande sfida che attende nell’immediato futuro l’intera filiera agricola ed, in essa, i consumatori. Anche a loro facciamo appello per dare concretezza al ‘patto per la sicurezza alimentare’ che dia un futuro alle nostre produzioni di qualità capaci di assicurare benessere alimentare a chi ne può usufruire.

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