Un ottobre nero per le violenze in famiglia nel Lodigiano

Le richieste di aiuto sono aumentate del 50 per cento

Nel Lodigiano le donne che sono arrivate a denunciare di aver subito violenza in famiglia nello scorso mese di ottobre sono state il 50 per cento in più rispetto allo stesso mese nel 2019. Il dato arriva dal Centro antiviolenza “La metà di niente” con sede a Lodi ma attivo anche a Codogno, Casalpusterlengo, Sant’Angelo e Zelo. Marta Ferrari, coordinatrice del centro, spiega: «Si tratta di persone disperate, che spesso arrivano da noi dopo aver subito molto. Ci aveva stupiti parecchio che, nei primi due mesi del primo lockdown, avessimo ricevuto zero richieste. Probabilmente molte di queste stesse donne avevano deciso di stringere i denti e di sopportare qualsiasi cosa pur di non andare a provare una situazione sconosciuta. Adesso, però, forse messe di fronte alla possibilità di un nuovo e magari lungo lockdown, sembra sentano di non potercela più fare a stare chiuse in una casa con chi le maltratta. E così arrivano da noi».

E c’è anche un’analisi sulle possibili cause: «A nostro parere - continua Ferrari - la verità può essere anche che molte tra queste donne hanno mariti che sono stati costretti, dalla zona rossa, a chiudere le loro attività e che quindi sfogano la loro rabbia tra le mura domestiche. Quindi, non facendocela più, le donne arrivano da noi a chiedere aiuto». Ma il fenomeno in crescita non è tanto la richiesta di promuovere azioni penali, quanto piuttosto di trovare un alloggio di emergenza lontano da chi ha trasformato la convivenza in un’escalation di vessazioni. «Abbiamo sotto gli occhi una grande ondata di disperazione vedendo aumentare molto anche la necessità di interventi immediati - prosegue Ferrari -. Ci siamo trovati di fronte a situazioni gravissime, per le quali non avremmo potuto assolutamente lasciare che chi chiedeva aiuto, magari anche con figli, rimanesse nella situazione denunciata un minuto in più».

Il crescente bisogno di aiuto ha spinto questo centro provinciale a farsi contattare non più solo al numero 331/3495221 ma anche su Facebook alla pagina “Centro.antiviolenzalodi”.

«Purtroppo la violenza domestica, con il nuovo lockdown, sta diventando un’emergenza di salute pubblica».

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