Un lusso che non ci si può permettere

Egregio direttore, il suo editoriale di sabato 5 maggio ha per titolo “Per chi suona la campana”. Io spero che suoni, a morto, per tutti gli sprechi di denaro pubblico (quindi delle nostre tasche) e sono favorevolissimo all’abolizione di tante province (Lodi compresa) che costituiscono un costoso lusso che non ci possiamo più permettere. Una provincia dovrebbe essere lo strumento mediante il quale il territorio viene valorizzato, le attività imprenditoriali locali incentivate, le realtà culturali promosse, con uno snellimento di vincoli e procedure burocratiche, con normative chiare e trasparenti e di univoca interpretazione circa le attribuzioni e le competenze. All’estero (dove peraltro il territorio e gli abitanti di ogni provincia sono di gran lunga superiori alle nostre) funziona così.In Italia, invece, la provincia è uno dei tanti strumenti che permettono ai partiti di piazzare loro adepti in posti sempre ben remunerati e ricchi di privilegi, magari inventandosi società partecipate o controllate dove piazzare gli amici degli amici, e gli interessi del territorio passano in secondo piano.Non a caso negli ultimi anni le province in Italia sono aumentate a dismisura, in modo direi direttamente proporzionale alla voracità dei partiti. Siamo la nazione che ha il maggior numero di parlamentari, consiglieri e assessori regionali, provinciali e comunali, di presidenti e consiglieri (di nomina rigorosamente partitica) di società collegate, e tutte queste persone percepiscono stipendi/indennità/rimborsi (spesso più di uno) largamente superiori a quelli di altre nazioni con un tenore di vita più elevato ed una situazione economica più florida della nostra.Non bastasse quello, ci vengono sottratte enormi risorse con il finanziamento/rimborso elettorale (che pure i cittadini avevano bocciato) e quasi ogni giorno la cronaca ci riporta notizie di tangenti, fondi neri, corruzione…e in questo ultimamente la nostra regione sembra essere diventata un “fulgido” esempio.Non ho la competenza per poter stabilire se siano giuste o sbagliate le scelte vessatorie decise dal governo Monti, ma mi viene il voltastomaco quando sento parlamentari di lungo corso avanzare critiche e dire che si sarebbe dovuto operare diversamente, perché sono proprio loro con gli innumerevoli “errori” compiuti ad averci portato in questa situazione. In lodigiano si direbbe “se ghe vör un bel bec” oppure “se ghe vör una bele facia de tola” (anche se la materia che meglio esprime il concetto sarebbe un’altra…).Ma torniamo alle province e a quella di Lodi in particolare.E’ vero, come lei sostiene, che abbiamo avuto e abbiamo grandi personalità in ambito scientifico e culturale (ma tutti i territori ne hanno), che abbiamo nostre identità e tradizioni (ma tutti i territori ne hanno), che abbiamo una nostra storia e nostre peculiarità, come del resto tutti i territori, ma questo non significa che si debba mantenere un carrozzone. Non possiamo inoltre dimenticare che la globalizzazione e le migrazioni hanno profondamente cambiato il tessuto sociale e le scelte politiche non possono non tenerne conto.L’unico dato sicuro al momento è che bisogna eliminare gli sprechi e le spese inutili.Non è ancora definito nel dettaglio quali province saranno soppresse, però è certo indispensabile ridurne drasticamente il numero (la stessa Unione delle Province italiane l’ha ammesso) perché i costi gestionali sono diventati insostenibili e ricadono negativamente sui cittadini che hanno indici di tassazione esorbitanti proprio per gli sprechi della politica.Credo che gli italiani l’abbiano capito e la bocciatura delle quattro nuove province sarde decretata dal 97% dei cittadini della Sardegna è proprio un gran bel segnale. Francamente non mi interessa più di tanto sapere se ci accorpano a Pavia, a Cremona o a Milano… l’importante è risparmiare denaro pubblico.Sparirà la Prefettura? Poco importa… non penso proprio che la sua presenza abbia dato un impulso al tenore di vita e al benessere dei lodigiani. Mi pongo invece alcune domande: quanto è costata la ristrutturazione del palazzo che la ospita? Quanto sono costati gli arredamenti (magari cambiati per i nuovi insediamenti e fatti venire espressamente da oltre mille km di distanza)? Quanto è stato speso in questi anni per la gestione di una simile struttura con compiti quasi esclusivamente limitati al raccordo con il governo centrale? L’utilizzo dello stesso importo per la realizzazione di infrastrutture o di servizi per il territorio avrebbe sicuramente portato un maggior beneficio per tutti i cittadini. Sparirà l’Ufficio Scolastico Provinciale? Non credo…. Comunque non mi pare proprio che il Provveditorato abbia svolto un ruolo così incisivo nel migliorare la realtà scolastica del Lodigiano. Ne sanno qualcosa i genitori degli studenti cui è stata rifiutata l’iscrizione al Maffeo Vegio per mancanza di aule e che si sono sentiti dire “andate da un’altra parte” (e per fortuna non è stata consigliata una scuola di Tirana!). Per portare avanti siffatta strategia di politica scolastica non c’è bisogno di un dirigente provinciale con annessi e connessi; basta e avanza un semplice impiegato: il risultato è identico con costi inferiori.Spariranno la Questura e il Tribunale? Non credo…. Il piano di soppressione delle province sembrava voler conservare queste realtà (tra l’altro presenti prima che Lodi diventasse provincia). E’ anzi auspicabile che, grazie al taglio degli sprechi, sia finalmente possibile assicurare a Questura e Tribunale una dotazione organica adeguata. Come ha giustamente sottolineato il premier Monti, la difficilissima situazione attuale è da attribuire alle scelte (scellerate dico io) dei governi precedenti (indipendentemente dal colore politico perché nel compiere nefandezze la par condicio politica è un dato inequivocabile). E’ giusto e doveroso apportare una decisa inversione di tendenza. Non abbiamo bisogno di venditori di fumo che creano ministeri fantasma a Monza (che paghiamo noi) e fanno proliferare le province solo per un ritorno elettorale (che paghiamo sempre noi).Credo che il segnale dato dai cittadini sardi si ritroverebbe identico se il referendum abrogativo venisse proposto in altre regioni.Spero che venga al più presto decisa la soppressione di un congruo numero di province (stabilire un limite di 500.000 abitanti mi sembra più che ragionevole) e la drastica riduzione del numero di parlamentari e di consiglieri regionali. Si otterrebbe nell’immediato una notevole riduzione dei costi della politica ma, aspetto molto importante, si otterrebbe un risparmio strutturale anche per i bilanci futuri.“I have a dream”? Forse… ma se si realizzasse tutti gli italiani, invece di chiedersi per chi suona la campana, potrebbero permettersi di suonarla a festa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA