Un ente locale che deve cambiare marcia

Caro Direttore,mi permetto di chiederLe ospitalità per condividere con i cittadini lodigiani alcune delle riflessioni che ho voluto allargare di recente anche ai Sindaci del territorio, perché ritengo doveroso, da Commissario Straordinario della Provincia, aprire un confronto sulla situazione del Lodigiano e sugli impegni che ci attendono. L’orizzonte temporale della mia azione è limitato al 31 dicembre di quest’anno, quando scadrà il termine dell’incarico che mi ha affidato il Presidente della Repubblica, sperando che per allora possa essere meglio definito anche il futuro di questo Ente, che ho avuto l’orgoglio di rappresentare da Consigliere prima e da Assessore poi, e che ancora oggi, nelle vesti di Commissario, ritengo uno strumento indispensabile di rappresentazione degli interessi del nostro territorio presso le Istituzioni superiori. Arrivo tra l’altro a questa gestione in un momento di grande difficoltà economica, che le famiglie e le imprese, anche qui nel Lodigiano, vivono ogni giorno di più sulla loro pelle, ma che non di meno tocca gli Enti pubblici e con essi i servizi e gli investimenti che si dovrebbero continuare a mettere a disposizione della popolazione ma per i quali le risorse sono sempre meno. Ma proprio perché l’orizzonte economico appare sempre più complicato per il bilancio della Provincia di Lodi, l’unica cosa certa sulla quale possiamo intervenire e che dobbiamo cambiare è il metodo di lavoro.La mia direttiva alla struttura, ai dirigenti e ai funzionari di Palazzo San Cristoforo, e che ho ampiamente condiviso con il Vice Prefetto Savastano, che mi affianca in questa ‘’avventura’’, è stata precisa e ogni giorno la ribadisco con convinzione: dobbiamo cambiare marcia. Credo che negli ultimi anni la Provincia di Lodi abbia lavorato bene, e si sia ampiamente messa al servizio del territorio e dei suoi Comuni. Ho la certezza che sul fronte delle strutture e delle infrastrutture, dei servizi resi ai cittadini e delle tutele ambientali si sia fatto tanto. La nostra Provincia è stata premiata come virtuosa, anzi tra le più virtuose d’Italia, anche dal Governo. E questo lo dobbiamo certo agli amministratori, ma anche alla struttura del personale nel suo complesso.Ma non ci dobbiamo nascondere dietro a un dito. Possiamo fare di più e lo possiamo fare proprio a servizio dei Comuni e dei sindaci, e attraverso di essi a vantaggio di tutti i nostri concittadini. Penso ad esempio alla partita importante e decisamente onerosa dell’assistenza ad personam, tema sul quale ho condiviso con i colleghi Presidenti delle altre Province lombarde la richiesta di apertura urgente di un tavolo di confronto con la Regione perché metta a disposizione al più presto le risorse che ai Comuni servono e che le Province non hanno. Per noi, a Lodi, potrebbe trattarsi di un esborso vicino ai seicentomila euro, che a bilancio non era previsto e che non potremmo mettere e disposizione a fronte dei tagli fatti dallo Stato. Dobbiamo allora trovare il modo di risolvere a livello regionale questo problema, con la disponibilità di nuove risorse ma anche con una normativa finalmente chiara che in tema di assistenza e trasporto degli alunni con disabilità definisca ruoli e competenze.Penso poi ai tempi delle pratiche, ad esempio quelle urbanistiche. Non è possibile che per le varianti ai Piani di Governo del Territorio i Comuni debbano aspettare che passino tutti i 120 giorni previsti per legge per avere risposta. Sono sicuro che la professionalità di dirigenti, funzionari e dipendenti ci permetterà di rispettare le attese di un territorio nel quale servono certezze per tornare a investire.Purtroppo, nel cammino quotidiano di revisione del rapporto tra gli Enti locali, e fra questi e i cittadini, a volte ci scontriamo anche con esempi negativi, come quello recentemente offerto dalla società dell’acqua pubblica lodigiana, Sal, partecipata da Provincia e Comuni. Triplicare o quadruplicare le indennità degli amministratori è un cattivo segnale offerto alla cittadinanza e alle altre istituzioni, soprattutto adesso. Ma a mio parere rappresenta anche un atto illegittimo, che contrasta con le direttive in materia di ‘’spending review’’ e che da Commissario della Provincia non posso accettare. Ecco perché ho chiesto di avere gli atti relativi a quella decisione, sui quali chiederò le necessarie verifiche. Allo stesso modo intendo comportarmi anche in futuro, perché nel ruolo che ricopro ho il dovere di fare gli interessi dell’Ente che rappresento e della popolazione lodigiana nel suo complesso.Non intendo però, farlo da solo.Del resto, per il futuro degli Enti intermedi si sta immaginando un sempre più diretto coinvolgimento dei sindaci, e anche se oggi il sottoscritto ha avuto la responsabilità di una gestione straordinaria, che intende svolgere fino in fondo e con impegno, le occasioni di confronto con l’Associazione dei Comuni e con l’Assemblea dei Sindaci possono diventare più frequenti, ognuno nel rispetto dei ruoli e delle prerogative dell’altro.Ho intenzione di convocare da qui a fine anno almeno 3 volte tutti i Sindaci del territorio, dedicando all’approfondimento una tematica diversa per ciascun incontro. A fine settembre, in concomitanza con la presentazione degli equilibri di bilancio e il termine ultimo di approvazione dei bilanci di previsione, intendo fare il punto della situazione sulle risorse provinciali e gli investimenti che faremo sul territorio, senza dimenticare di occuparci anche della situazione di Eal Spa e delle sue partecipate. Intorno all’inizio di novembre intendo invece discutere del futuro urbanistico e ambientale del Lodigiano, ad esempio approfondendo il tema del Piano faunistico venatorio e della stesura del nuovo Piano cave. Infine, intendo convocare un terzo incontro vicino a Natale, quando dovrà cominciare la nostra rincorsa verso Expo e potremo parlare di economia, ricerca e innovazione.La Provincia, poi, che ad oggi è ancora un Ente intermedio riconosciuto e nel pieno delle sue prerogative, vuole continuare a svolgere, e anche qui in maniera sempre più proficua, il ruolo di coordinamento e di raccordo con la Regione, dove passano i progetti, le norme e le risorse per costruire il futuro del Lodigiano. Le sfide che ci attendono sono difficili, ma potranno essere vinte se il territorio si metterà a sistema e continuerà a dialogare e a confrontarsi proficuamente.

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